Quando si considerano le operazioni critiche di un’azienda, non si può più guardare al singolo asset. Se le soluzioni di nuova generazione hanno un pregio, questo è da ricercarsi nella volontà di creare un monitoraggio continuo, che fornisca un quadro completo e puntuale dei principali processi di un’organizzazione.
Il consolidamento di alcune tecnologie, come il cloud e l’IoT tendono proprio a questo: accrescere le possibilità di analisi, rendendo più intelligenti i software che potenziano il business. Lo sa bene Würth Phoenix, azienda del gruppo Würth che si occupa di sviluppo di ERP, CRM e IT system management. Per capire in che modo la società ha migliorato il suo offering, adottando piattaforme evolute, ci siamo incontrati con Susanne Greiner, data scientist di Würth Phoenix.
Evoluzione del monitoraggio
«Per essere certi che un applicativo faccia il suo dovere, in un’era in cui la complessità regna sovrana, bisogna assicurarsi di utilizzare metodi nuovi in aggiunta a quelli tradizionali. Tecniche automatizzate basate sull’intelligenza artificiale (AI) possono accelerare l’analisi di alcuni problemi e servire da supporto per una soluzione in tempi brevi. Un algoritmo specifico è in grado di isolare particolari momenti dei processi produttivi per riscontrare in essi eventuali criticità, poggiandosi su una serie di rilevazioni che, molto presto, assumeranno caratteri vicini alle inferenze seguite dagli esseri umani. Un domani, metodi di supervised learning potranno apprendere il comportamento dell’esperto ed eseguirlo, in autonomia, in circostanze simili e ripetitive» – ci spiega Susanne Greiner. Secondo Würth Phoenix, i paradigmi legati all’intelligenza artificiale diventeranno una costante nei prossimi anni, quando la maggior parte dei player capirà che investire su tali soluzioni porterà un vantaggio competitivo già nel breve periodo. «Se si osserva il mondo del cosiddetto performance monitoring ci si accorge di uno spostamento verso ambiti più vicini alle soluzioni di IT operations analytics (ITOA). Il motivo? Dover rispondere a domande a cui l’application performance monitoring (APM) tradizionale non può dar seguito. È chiaro dunque che le aziende punteranno sempre più su un monitoraggio predittivo e proattivo, perché intervenire prima che una complicazione si trasformi in un problema vero farà la differenza sia in termini di ottimizzazione delle risorse sia di cost saving».
Approccio integrato
Ritorna il concetto di un’analisi unificata in grado di offrire una vista ampia sulla realtà osservata. C’è chi preferisce parlare di approccio olistico, un trend consolidato nel panorama IT. «La nostra risposta è NetEye, piattaforma open source di unified monitoring, che consente di gestire sia le prestazioni delle applicazioni che quelle del network, attraverso analisi multidimensionali e correlazioni di eventi, tenendo conto del reale utilizzo dei servizi da parte degli utenti e degli sviluppi abilitati dall’apprendimento automatico. Una strategia olistica aiuta l’organizzazione a scoprire elementi altrimenti nascosti, legando le varie metriche ai KPI raggiunti. Per Würth Phoenix la visione olistica consiste anche nell’adottare componenti di monitoraggio che misurano la qualità del servizio dal punto di vista dell’utente finale. In altri termini, non si vuole fornire un servizio che semplicemente funzioni, ma una piattaforma in grado di studiare la percezione dell’utilizzatore, tramite l’uso di tecnologie che simulano il comportamento degli utenti reali, secondo l’approccio noto come visual synthetic monitoring».