MagicScroll è il primo tablet pieghevole al mondo (che non si compra ancora)

Ispirato alle antiche pergamene, una volta aperto ha un display da 7,5 pollici che si arrotola. È solo un prototipo degli Human Media Labs che mostra interessanti utilizzi

Se aspettiamo ancora il primo smartphone con display flessibile, che dovrebbe essere il Galaxy X di Samsung, abbiamo già un tablet con una tecnologia simile. Si tratta del MagicRoll degli Human Media Labs, un prototipo che mostra le potenzialità di una tavoletta con schermo pieghevole, sia in termini di praticità che di interazione. Ispirato alle antiche pergamene, MagicRoll si apre e chiude con un meccanismo strano e francamente obsoleto: una manovella. Girandola, in senso orario o antiorario si accede alle icone e applicazioni visibili con il touch screen completamente arrotolato su sé stesso.

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Con un semplice click invece si sblocca il display che a questo punto può essere aperto con un’estensione fino a 7,5 pollici. Diventa dunque più semplice visualizzare foto e video, gestire applicazioni disparate e, in generale, utilizzare il tablet come fosse un modello classico, con una risoluzione da 2K. Il pregio? Poter trasportare praticamente MagicRoll ovunque, vista la possibilità di inserirlo in borsa o in tasca, senza troppa difficoltà.

Futuro prossimo

Al di là della commercializzazione del prodotto, che probabilmente non avverrà mai, gli Human Media Labs ci hanno tenuto a dimostrare come siano vicini tempi in cui i display flessibili potranno essere integrati ovunque, persino dentro portafogli e oggetti di utilizzo quotidiano. Ciò sarà reso possibile dalla diminuzione dei costi di produzione, quando l’adozione degli schermi “foldable” non sarà più una novità.

Queste le parole di Roel Vertegaal, il direttore di Human Media Labs: “Siamo stati ispirati dalle pergamene antiche perché la loro forma consente un’esperienza più naturale e ininterrotta.Un’altra fonte di ispirazione sono stati i vecchi sistemi di archiviazione di Rolodex, utilizzati per memorizzare e sfogliare le schede di contatto. Il nostro obiettivo è far capire che i display flessibili arriveranno dappertutto, anche in dimensioni piccole come quelle di una biro. Basta con gli schermi piatti, tutto può diventare più interessante e interattivo”.

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