Le armi dell’IT per la GDO e il ruolo dell’e-commerce

Cloud, microservizi e dati. La nuova architettura della GDO

Soluzioni per un mondo in continuo cambiamento. L’evoluzione dei punti vendita, la rivoluzione mobile e il passaggio all’IoT payment. Applicazioni di intelligenza artificiale per potenziare l’esperienza e l’ingaggio del cliente finale. Come si è evoluta l’offerta e a che punto sono le soluzioni messe in campo dai principali attori del mercato IT per automatizzare la grande distribuzione organizzata

Uno dei settori da sempre al centro dell’attività e degli sforzi dei grandi e piccoli vendor del mercato ICT è sicuramente quello della GDO, cioè delle aziende e delle imprese che fanno da tramite tra la produzione, la distribuzione, la vendita al dettaglio e, in ultima analisi, i consumatori. Ipermercati, supermercati, outlet e tutte le strutture di grandi dimensioni (a volte identificate anche col nome generico di “grandi superfici”) deputate a mettere in contatto il pubblico dei consumatori con i prodotti fanno di diritto parte di questo settore di mercato. A cui vanno aggiunti gli attori della cosiddetta “catena del valore”, cioè le imprese attive nella logistica e nella gestione di trasporti, consegne e magazzini che fanno funzionare tutto il complesso meccanismo della presa dei prodotti dal punto di produzione e della consegna al punto vendita. Si tratta di un sistema molto complesso, con input, punti di elaborazione, metadati (dati sui dati) e output difficili da analizzare nei tempi ristretti oggi richiesti dalla velocità a cui si muovono i mercati e che aggiungono ulteriori complessità per quanto riguarda l’archiviazione a norma di legge e il rendere disponibili le informazioni alle persone giuste nel momento in cui servono davvero. Le discipline ICT coinvolte sono moltissime, anzi, potremmo dire che tutte le soluzioni realizzabili oggi sono in qualche modo coinvolte in un sistema end-to-end di gestione della GDO. Infatti, per definizione, nella grande distribuzione si gestiscono merci di qualsiasi tipo, dai prodotti agricoli agli alimentari trattati (piatti pronti o semilavorati), dai prodotti dell’industria lattiero-casearia agli oli, dalle carni a tutto il beverage, e così via, senza contare i prodotti per la pulizia della casa/degli uffici, utensili, ferramenta, prodotti elettronici di ogni tipo, praticamente tutto ciò che può trovare utilizzo nella vita di tutti i giorni.

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SOLUZIONI PER IL MONDO CHE CAMBIA

Naturalmente, l’evoluzione delle soluzioni ICT dedicate al mondo della GDO è stata ed è ancora rapida e travolgente, come tutto ciò che ha riguardato l’automazione e la digitalizzazione di questo settore. Infatti, dalla sicurezza ai sistemi di pagamento, sono innumerevoli gli apporti che le tecnologie ICT in senso lato hanno fornito alla grande distribuzione. Ma limitiamoci ad affrontare quelle che ricadono tra le macro-categorie oggi sulla bocca di tutti per quanto riguarda il mercato attuale. Stiamo parlando di digital transformation, mobility, IoT, realtà virtuale e aumentata (VR, AR), intelligenza artificiale (AI), cloud, business intelligence, big data, analytics, tanto per citare le più note. Prima di tutto, abbiamo chiesto a IDC Italia di inquadrare il mercato specifico delle soluzioni ICT per la GDO, ottenendo dati e valutazioni che riportiamo nel seguito. Per il 2018, IDC prevede che l’entità degli investimenti in tecnologie ICT per abilitare la digital transformation, riguardanti imprese, prodotti e organizzazioni, dovrebbero superare a livello mondiale 1,1 trilioni di dollari, con un incremento del 16,8% rispetto ai 958 milioni di miliardi di dollari del 2017. Tra le prime priorità strategiche degli investimenti indicate in termini di crescita nel quinquennio 2016-2021, oltre al cosiddetto Omni-Experience Engagement, cioè il coinvolgimento del cliente su numerosi piani di esperienza – l’area più attiva, che crescerà del 38,1% in termini di tasso annuale composto (CAGR) – troviamo il retail, cioè la vendita al dettaglio, comprendente anche il business della GDO, con un CAGR pari al 20,2%, quindi superiore a quello di tutte le attività legate alla digital transformation, che IDC valuta in un +18,1%.

IDC a questo punto fa le sue previsioni riguardo a quali saranno le aree di focalizzazione della GDO nel breve periodo, sottolineando come il successo si possa trovare nel rendere i prodotti disponibili ai consumatori su tutti i canali possibili, secondo una strategia omnichannel. Questo implica lo stanziamento di investimenti importanti nelle applicazioni analitiche, com’è già accaduto nel 2017, premiando in particolare la capacità di gestire assortimento, prezzi, promozioni e disponibilità attraverso processi allo stato dell’arte. La sostituzione di piattaforme legacy ormai datate, per poter offrire servizi multicanale in modo ininterrotto ed efficiente è – secondo IDC – una delle chiavi del successo. Occorre implementare una piattaforma moderna, che abbia un’architettura studiata per renderla adattabile e modulare, in modo che sia configurabile e scalabile secondo le reali necessità dei clienti. L’alternativa è continuare a investire denaro nella gestione dell’ICT corrente: attività che nel corso degli anni diventerà inevitabilmente sempre complessa, e implementare una per una le nuove funzioni necessarie per rendere gli addetti più produttivi e più soddisfatti del loro lavoro sarà sempre più costoso. Queste piattaforme pensate in chiave futura sono, per IDC, la base indispensabile di qualsiasi strategia di crescita degli attori della GDO che intendano essere ancora attivi nei prossimi cinque anni. Occorre quindi, aggiunge IDC, reperire le risorse necessarie per implementarle e prendere in considerazione soprattutto il cloud, che attualmente è l’opzione più facilmente percorribile, particolarmente per chi disponga di risorse limitate. Le imprese che non sono nate digitali devono sviluppare un nuovo “DNA digitale”, ridisegnando il proprio futuro e adattandosi alle nuove esigenze dei clienti. Tra le caratteristiche delle piattaforme del futuro, IDC identifica soprattutto l’essere prima di tutto basate su mobile, cloud e social, senza soluzione di continuità e intuitive, cioè facili da utilizzare e veloci da apprendere.

IDC fa, infine, cinque previsioni sul futuro del retail, contenute nel documento “FutureScape: Worldwide Retail 2018 Predictions”. La prima. Entro il 2019, il 50% dei retailer avrà adottato una piattaforma omnicanale. Gli incrementi nei fatturati associati alla riduzione del TCO, dei costi degli inventari, dei costi operativi e della pressione promozionale consentiranno un aumento del 30% nella redditività dell’approccio multi-canale, rendendolo pertanto ancora più conveniente. La seconda. Nel 2019, il 30% dei maggiori retailer saranno coinvolti attivamente nella trasformazione digitale, portando a cambiamenti organizzativi e a strategie d’investimento in piattaforme basate su cloud, orientate all’intelligenza artificiale (AI) e componibili, cioè modulari. La terza. Per il 2021, i retailer avranno abbracciato i dati geospaziali per realizzare maggiore efficienza nell’orchestrazione omnichannel, riducendo i costi di trasporto dell’inventario tra centri di distribuzione e punti vendita del 25%. La quarta. Nel 2021, il 10% delle vendite effettuate dalle catene retail saranno generate e gestite attraverso assistenti digitali ad attivazione vocale. La quinta. Fino al 2021, i retailer che sfruttano tecnologie AI, AR e IoT per il coinvolgimento di impiegati e clienti vedranno i punteggi di customer satisfaction salire del 20%, la produttività degli impiegati aumentare del 15% e i tassi di rotazione delle scorte crescere anche del 25%.

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IL RUOLO DELL’E-COMMERCE

Oggi i negozi, i grandi magazzini e i supermercati, per non parlare di outlet o ipermercati, si dividono l’attenzione di clienti sempre più bombardati di pubblicità e comunicazioni dei vendor, da una parte, ma dall’altra sempre più attenti e consapevoli di cosa cercare e di cosa aspettarsi dalle offerte che trovano sul mercato. Un problema che risulta aggravato dalla disponibilità di molti canali d’acquisto, tra i quali è sempre più importante quello del commercio elettronico, il cui avvento ha seguito la diffusione di Internet e del World Wide Web, ma soprattutto dei sistemi di pagamento elettronici, dalla più semplice carta di credito ai nuovi sistemi basati su smartphone o addirittura all’utilizzo delle “criptovalute”.

In particolare, il diffondersi negli anni di numerosi retailer online, alcuni dei quali particolarmente di successo, come Amazon che di fatto ha inventato il modello del commercio elettronico espandendolo a ogni cosa, oppure di servizi di vendita online da parte di vendor “brick & mortar”, cioè di attori che utilizzano i tradizionali sistemi basati su transazioni fisiche e negozi, già attivi e consolidati, ha generato un nuovo mercato con clienti affezionati e che oggi hanno aspettative nuove e particolari. La possibilità, per esempio, di confrontare numerosi prodotti online, la parziale indifferenza al luogo di provenienza della merce (in quanto viene comunque consegnata al proprio domicilio), il diritto di recesso con rimborso totale di quanto speso e altri vantaggi hanno conquistato una fetta importante di clienti, soprattutto all’estero, mentre l’Italia continua a essere molto conservativa sull’utilizzo del canale online per gli acquisti, anche se le nuove generazioni di Millennials sembrano aver un po’ abbandonato le reticenze del passato.

Infatti, secondo la società tedesca di ricerche di mercato Statista, le vendite al dettaglio nel mondo attraverso l’e-commerce hanno raggiunto oggi i 2,3 trilioni di dollari americani, con il fatturato dell’e-retail che è previsto crescere fino a 4,88 trilioni di dollari nel 2021. I tre valori di fatturato più elevati sviluppati online nel 2017 hanno raggiunto circa 100 miliardi di dollari, ma con penetrazioni molto diverse a seconda dei paesi. Per esempio, in Cina, sempre nel 2017, il 19% di tutte le vendite al dettaglio è avvenuto online, mentre in Giappone questa percentuale è stata solo di circa il 6,7%. In ogni caso, si tratta di valori in rapida crescita e di un canale sempre più importante per il mercato mondiale del retail e della GDO. Questo pone limiti importanti di competitività ai retailer tradizionali e, anche se la GDO non condivide molti dei problemi che attualmente colpiscono i negozi più piccoli, si tratta comunque di vincoli che occorre affrontare e gestire con attenzione. Potremmo concludere, quindi, che – la nuova stagione del commercio al dettaglio – inaugurata dalla nascita e dall’espansione dei siti di e-commerce, oltre a offrire una nuova esperienza multichannel a tutti i clienti – ha spinto i retailer tradizionali ad adottare nuove politiche e nuovi metodi di vendita e di approccio al mercato, che oggi garantiscono il successo a chi li ha implementati per tempo. L’obiettivo è – e rimane – sempre lo stesso: offrire ai clienti un’esperienza d’acquisto unica e soddisfacente, che induca chi l’ha provata a volerla ripetere.

L’EVOLUZIONE DEI PUNTI VENDITA

Quello che è chiaro è che molti trend oggi in atto sul mercato spingono i clienti finali a cercare e preferire quei punti vendita che offrono determinati servizi, ottimizzando quella che viene normalmente definita customer experience, cioè l’esperienza d’acquisto del cliente. Uno di questi trend è sicuramente la cosiddetta digital transformation, la trasformazione digitale che è stata avviata da molte imprese, dalle più grandi alle più piccole, con tempi e modalità naturalmente differenti in base alle risorse disponibili e all’entità degli interventi da effettuare per modificare e innovare processi e infrastrutture. Sotto questo cappello, ci sono altri trend che si sono sviluppati e stanno crescendo nelle varie aree di operatività delle aziende e del mercato. Per esempio, la crescita esponenziale che ha avuto in tutto il mondo l’e-commerce, cioè l’acquisto di beni attraverso un dispositivo elettronico e Internet, di cui abbiamo appena parlato. Quello che è cambiato rapidamente è il sistema preferito per accedere ai siti dei retailer ed effettuare i propri ordini.

DAL MOBILE ALL’IOT PAYMENT

Prima l’online era il regno incontrastato dei personal computer, poi affiancati da altri dispositivi, quali i tablet e oggi spesso addirittura sostituiti dagli smartphone, sempre più sofisticati e veloci e con schermi che li avvicinano sempre di più ai cugini più potenti (tablet e pc), sia dal punto di vista delle dimensioni che della risoluzione e resa grafica. In prospettiva, con la rivoluzione dei pagamenti passeremo dal mobile, come lo conosciamo oggi, all’IoT payment, ovvero i pagamenti attraverso qualsiasi tipo di oggetto intelligente abilitato, non solo lo smartphone. La possibilità offerta dai terminali di oggi, grazie alle caratteristiche di velocità, alta definizione degli schermi e flessibilità d’utilizzo di effettuare operazioni, anche complesse, praticamente ovunque, ha fatto degli smartphone la piattaforma prediletta di molti utenti. Se poi aggiungiamo le sessioni multimediali, con la possibilità di essere aiutati e consigliati in tempo reale da sistemi digitali o addirittura operatori umani durante le fasi di acquisto, si capisce il perché del successo dei più recenti smartphone, che oggi possono anche essere impiegati come sistemi di pagamento accettati dai principali circuiti bancari come una qualsiasi carta di debito o di credito. I sistemi operativi prediletti sono due: Android, che in Italia vale l’82,2% del mercato e iOS di Apple, che si attesta sul 15,8% dei telefonini (iPhone) e tablet (iPad) in uso (dati Kanthar Worldpanel). In aggiunta a quanto già detto, molte software house grandi, piccole e piccolissime hanno iniziato a sviluppare applicazioni software per consentire di utilizzare smartphone e tablet in tutti gli ambiti, compresi quelli professionali, rendendo questi dispositivi quasi indispensabili nelle attività di business di oggi, secondo una tendenza che va sotto il nome di mobility accanto alle soluzioni classiche o integrate di digital signage.

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Quali sono i vantaggi dell’impiego di telefonini e tablet nella GDO? Per esempio, poter proporre al cliente che ritorna in un punto vendita di una catena in cui ha già acquistato nuove offerte e promozioni, attraverso portali e connessioni Wi-Fi che riconoscono l’utente e, attraverso una rapidissima ricerca nei sistemi informativi interni, sanno che cosa ha acquistato nelle sue ultime visite e a quale tipo di merci o servizi potrebbe essere più interessato. Così, se per esempio un cliente ha acquistato una racchetta da tennis durante la sua ultima visita, gli verranno proposti accessori per lo sport che pratica, quali scarpe, pantaloncini, polo, palline e altri articoli attinenti. Se il punto vendita è dotato di vidiwall o di schermi giganti all’ingresso, il cliente potrà vedersi accolto, addirittura con un messaggio di bentornato personalizzato e l’invito a recarsi a un certo piano e reparto per visionare le offerte che dovrebbero essere più interessanti. Di contro, è possibile automatizzare alcune operazioni normalmente effettuate dal personale dei punti vendita, come il controllo delle giacenze e dei prezzi su scaffale, aggiornando immediatamente la situazione nei sistemi informativi, il tutto attraverso l’utilizzo di un normale dispositivo mobile e non più con terminali specializzati e magari particolarmente costosi, anche se stanno emergendo (per esempio negli Usa) vendor (come Theatro) che propongono soluzioni offerte come servizio in abbonamento, comprendenti la fornitura di particolari dispositivi wireless di connessione remota ai sistemi per gli operatori attivi nei magazzini e nei centri logistici.

Nel momento in cui il processo di acquisto e i processi collegati di approvvigionamento, carico e scarico di magazzino, accettazione e gestione del pagamento, spedizione e consegna sono automatizzati – è evidente che tutta la catena del valore coinvolta per il particolare operatore considerato ha una forte influenza sul buon fine del processo di acquisto e sulla soddisfazione del cliente. Risulta quindi evidente come il controllo della tempistica delle varie operazioni sia essenziale. Se i sistemi e i vari punti di attività della catena logistica riescono ad automatizzare in modo completo alcune operazioni semplici e ripetitive, ma essenziali, è evidente che tutti gli attori ne trarranno importanti benefici. Le spedizioni saranno tempestive, la possibilità di commettere errori durante le varie fasi di lavoro ridotta al minimo e i processi potranno essere tracciati in modo completo e preciso. Tutte queste considerazioni indicano senza esitazioni una soluzione ottimale alle esigenze dei processi standard: l’impiego di dispositivi intelligenti connessi tra loro in una rete IoT. Infatti, se per esempio il prodotto viene prelevato automaticamente da un magazzino in seguito a un ordine (magari inserito da smartphone) e alla compilazione di una distinta, l’intelligenza inserita nel robot che effettua il prelevamento e lo porta sul pallet destinato all’automezzo che lo trasporterà verso la destinazione finale potrà avvisare automaticamente l’elaboratore logistico che tutto è andato a buon fine e che la referenza specifica si trova in viaggio verso il cliente. Permettendo anche previsioni precise sui tempi di consegna.

AI E AR PER UN’EXPERIENCE DI VALORE

Gli esempi non mancano e sono autorevoli: aziende che hanno deciso di abbracciare le soluzioni di realtà aumentata per migliorare il rapporto con i propri clienti, rendendolo più interattivo e più vivo. Un esempio? Ikea, il famoso produttore e venditore di mobili da montare, che ha inserito nel proprio portale, declinato nelle varie lingue nazionali e studiato per i gusti dei clienti locali, un tool particolare. Si tratta di un’app (disponibile per le piattaforme più diffuse, a partire da Android e iOS) che consente, attraverso l’impiego di uno smartphone o un tablet, di inserire virtualmente nel proprio ambiente qualsiasi prodotto Ikea desiderato, valutando con un immediato colpo d’occhio sia l’aspetto funzionale (ingombri, spazi disponibili e così via) sia l’aspetto estetico. Uno strumento realmente utile per capire prima dell’acquisto se il mobile identificato come ottimale sia realmente la scelta migliore per l’ambiente in cui lo si vuole collocare. Il tutto senza muoversi da casa o dall’ufficio. La stessa cosa è in pratica possibile con qualsiasi altro prodotto ingombrante o ambiente, domestico o professionale: così sarebbe possibile per esempio studiare la collocazione di una macchina utensile in una fabbrica o pensare a dove installare un dispositivo condiviso in un ufficio con spazi limitati.

Gli strumenti collegati in rete che prendono decisioni autonome basandosi sull’esperienza pregressa e sulla programmazione cui sono stati sottoposti sono ormai una realtà consolidata. La loro adozione nella GDO potrà consentire l’accelerazione di numerosi processi logistici e controlli e verifiche lungo la catena del valore. Già in diversi punti vendita degli Stati Uniti, per esempio, è in fase di sperimentazione il grande magazzino “cashierless”, cioè senza cassiere. Un esempio è lo store Amazon Go di Seattle, dove è possibile acquistare scaricando l’app che trasforma il proprio smartphone in un lettore di QR Code. Terminato l’acquisto, il totale viene addebitato direttamente sul proprio account registrato. Il personale presente all’interno del punto vendita è pronto ad aiutare e controlla che tutto vada bene, ma non esiste alcuna cassa all’uscita. In pratica, il sistema informativo capisce chi è il cliente e tiene traccia automaticamente dei suoi spostamenti e dei suoi acquisti. Lo stesso può avvenire in un grande magazzino che vende abbigliamento, come in un esempio già citato, in cui un cliente che ritorna può essere salutato e indirizzato a offerte speciali o nuovi acquisti che ricalcano le sue preferenze, registrate dal sistema informativo durante le sue visite precedenti. Si può dire, in altri termini, che l’intelligenza artificiale viene oggi utilizzata anche per personalizzare l’esperienza d’acquisto dei clienti presso i punti vendita della GDO.

CLOUD COMPUTING

L’avvento e la rapida diffusione, soprattutto in Italia, del cloud ha favorito la disponibilità di soluzioni che si appoggiano o addirittura si basano su questa architettura. Quali sono i vantaggi per le imprese della GDO? Numerosi, a partire dalla possibilità di implementare in tutti i punti vendita di una catena, anche molto grande, lo stesso software a costi trascurabili o addirittura nulli. Infatti, una volta installato e configurato il software a livello centrale, l’implementazione in un negozio locale diventa una semplice operazione di collegamento con la sede per effettuare il sign-in e attivare le funzioni necessarie nel punto vendita in cui si sta operando. Non occorre alcun download lungo e tedioso né l’acquisto di licenze aggiuntive per le applicazioni che si desiderano utilizzare. Bastano l’attivazione di una connessione Internet, l’avvio di un browser e l’inserimento di alcuni dati e credenziali per essere operativi. Questo, indipendentemente dalle dimensioni del punto vendita locale o dal numero di addetti che ci lavorano. E anche per la gestione delle licenze, sia dal punto di vista dei costi sia del tempo necessario per controllare ed elaborare gli aggiornamenti, garantendo omogeneità a tutta la rete. La scelta del cloud è ovviamente più onerosa nel caso di soluzioni on-premises e anche questo spiega il successo del pubblic cloud nel nostro Paese.

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BI, BIG DATA & ANALYTICS

Uno dei punti fondamentali di una rete della GDO ben organizzata e funzionale è sicuramente il controllo di tutte le ramificazioni presenti sia dal punto di vista del business sia, naturalmente, dei sistemi informativi. In cosa si traduce questo controllo? Nella necessità di disporre in ogni momento dei dati più importanti sull’andamento delle vendite e sul funzionamento di tutti gli anelli della catena del valore, garantendo fluidità a tutti i processi sia strategici che operativi. Dal punto di vista più strettamente operativo, è ovvio che un magazzino efficiente e una logistica che funziona garantiscono l’approvvigionamento continuo e costante di tutti i punti vendita, in funzione della richiesta del mercato e, per esempio, della deperibilità delle merci.

Dal punto di vista strategico, invece, l’ottimizzazione di tutti gli ingranaggi della macchina organizzativa dipende per esempio dalle scelte fatte in termini di fornitori (sia nomi che collocazione geografica), di infrastrutture implementate e di scelta dei partner e dei mezzi migliori per il trasporto. Identificare tutti i parametri necessari per effettuare queste scelte è l’oggetto delle elaborazioni di una soluzione efficace di business intelligence (BI). La capacità di elaborare grandi quantità di dati, provenienti da tutti i rami della rete distributiva (big data) e di assemblarli e renderli immediatamente fruibili ai decisori aziendali (analytics) è ormai un elemento imprescindibile di qualsiasi organizzazione GDO che voglia utilizzare i propri dati per rendere più efficienti i processi e migliorare la performance di business.

Se poi la soluzione è in grado di elaborare i risultati delle analisi e renderli disponibili mediante visualizzazioni grafiche, anche complesse ma di immediata comprensione per chi deve prendere decisioni rapide ed efficaci, ancora meglio. Infatti questa è una caratteristica ormai comune nella stragrande maggioranza delle soluzioni di BI, oggi sul mercato. In alcuni casi, sarà possibile integrare le soluzioni appena descritte in un sistema organico, in grado di operare autonomamente su piccoli dettagli operativi senza alcuno specifico intervento umano, come nel caso, per fare un esempio, di ritardi nella consegna di particolari merci in uno specifico punto vendita per gestire in maniera intelligente la rottura delle scorte. Può accadere che il sistema decida di dirottare una consegna a un punto vendita vicino che può accettare un minimo di ritardo, per coprire la situazione contingente. In questo caso basterà al limite il check di un responsabile per agevolare il completamento delle operazioni necessarie. Non abbiamo affrontato altre questioni tecnologiche che oggi si stanno affacciando prepotentemente sul panorama dell’ICT mondiale, ma che, almeno in Italia, per ora trovano applicazioni limitate. L’attivazione vocale, per esempio, pur essendo ormai un’opzione molto diffusa in tutti i dispositivi mobili e disponibile in praticamente tutti i sistemi operativi, non è ancora così utilizzata nel mondo della GDO, anche per evidenti problemi ambientali. Però, come abbiamo visto nelle previsioni di IDC, sarà una delle tecnologie da tenere d’occhio con attenzione nei prossimi anni, per la sua potenziale applicazione nei processi di vendita attuati all’interno della GDO. Questa e altre tecnologie rappresentano infatti valide alternative alla gestione dell’operatività come la conosciamo oggi e avranno sicuramente sviluppi interessanti in futuro.

L’ASPETTO NORMATIVO

In tutto questo discorso di evoluzione delle tecnologie e delle applicazioni, non si devono dimenticare alcuni aspetti normativi fondamentali, soprattutto per chi vive e opera in Europa e in Italia, in particolare. Prima di tutto, l’entrata in vigore della normativa europea sulla privacy e sulla protezione dei dati, meglio nota come GDPR (General data protection regulation), avvenuta lo scorso mese di maggio. L’impatto maggiore sarà su chi opera attraverso i canali dell’e-commerce, ma anche chi offre tessere fedeltà e sconti personalizzati ne dovrà tenere debito conto. Aggiungiamo infine la norma italiana (ma che recepisce in anticipo quanto già deciso a livello europeo) che stabilisce il passaggio all’utilizzo obbligatorio della fatturazione elettronica a partire dal primo gennaio 2019. Una misura già adottata da anni nelle transazioni con la PA, ma che dal prossimo gennaio colpirà anche le transazioni tra privati. In particolare, la necessità di appoggiarsi al Sistema di Interscambio (SdI) gestito dall’Agenzia delle Entrate, rende indispensabile adottare il formato XML per le fatture e dotarsi di un’adeguata procedura per la gestione delle transazioni con il SdI, il quale provvede poi all’inoltro al cliente finale. Una serie di cambiamenti e adattamenti che vanno pianificati e realizzati per tempo per garantire l’adeguamento della propria struttura operativa.

CONCLUSIONI

Quella che abbiamo tracciato qui è una semplice carrellata di tutte le potenziali applicazioni che sono state già realizzate o che sono in corso di realizzazione presso i principali attori della grande distribuzione organizzata. Non è semplice a questo punto dire quali tecnologie e quali soluzioni avranno un lungo e luminoso futuro e quali invece scompariranno in breve tempo. Quello che è certo è che, cambiando i gusti e le abitudini dei clienti, la GDO dovrà affrontare e pianificare le principali tappe della trasformazione digitale che sta cambiando il modo di operare di tutti i maggiori attori del mercato. Del resto, la diffusione degli smartphone è sotto gli occhi di tutti: basta salire su un autobus urbano per rendersene conto. Le evoluzioni del modo di comportarsi dei consumatori sono anch’esse in rapida evoluzione, grazie alle funzioni che i nuovi strumenti rendono disponibili. Non resta che tenersi aggiornati e pronti a implementare le novità che la tecnologia propone sul mercato non appena possibile, magari un attimo prima della concorrenza.