Uber ha deciso di monitorare la fedina penale e il comportamento dei suoi driver in tempo reale in modo da escludere gli autisti che commettono reati o violenze
L’immagine di Uber nel mondo è molto cambiata nel corso degli ultimi mesi. L’app resta la più utilizzata per muoversi in città ma è stata anche coinvolta in numero scandali. L’azienda di San Francisco è stata scoperta a spiare i movimenti degli utenti ben oltre il consentito e a utilizzare tecnologie all’avanguardia per sfuggire ai controlli delle autorità. Non solo, alcuni dei sui driver e persino l’ex numero uno e fondatore, Travis Kalanick, sono stati accusati di violenze e molestie. La CNN afferma che negli ultimi 4 anni sono 130 gli autisti di Uber finiti sotto processo e 31 di essi sono stati condannati. L’azienda di San Francisco, che ha ripreso a lavorare a Londra anche se a tempo determinato, aveva promesso in aprile che si sarebbe impegnata a effettuare più di un controllo all’anno per garantire la sicurezza dei passeggeri ma oggi il monitoraggio è diventato decisamente più accurato come imposto dal nuovo corso dettato dal CEO Dara Khosrowshahi.
Uber, che riprenderà ad agosto i test su strada per le self driving car, si concentrerà in particolare su indagini, pendenze penali in corso e condanne per reati violenti, abusi e molestie sessuali o altri crimini vari. Le persone che verranno scoperte avere pendenze con la legge non potranno ovviamente operare per l’app di ride sharing. Nel caso in cui questi venissero assolti o le accuse cadano potranno riavere l’autorizzazione al trasporto dei passeggeri.