Secondo l’ultima Survey internazionale di ADP, l’Italia non è tra le prime mete scelte per chi vuole fare carriera all’estero. Per i tedeschi veniamo dopo Asia e Norvegia, per gli svizzeri dopo il Sud America
L’indagine WorkForce Europe 2018 condotta da ADP – leader mondiale nella gestione del capitale umano – su oltre 10.000 lavoratori nel continente, di cui 1.300 dipendenti in Italia, ha evidenziato quali sono i Paesi considerati più promettenti per la carriera: se dovessi trasferirti per lavoro, quale Paese sceglieresti?
L’indagine ha intervistato cittadini francesi, inglesi, tedeschi, olandesi e belgi, spagnoli, italiani, svizzeri, polacchi.
Nel complesso, solo il 6% degli intervistati sta valutando seriamente un trasferimento all’estero per lavoro nei prossimi due anni, anche se oltre un quarto (27%) dice di considerarlo.
Sono i lavoratori italiani quelli che considerano maggiormente un trasferimento all’estero per lavoro rispetto ad altri paesi, con oltre la metà (57%) degli intervistati che afferma che lo considererebbe seriamente nei prossimi due anni e l’11% che lo progetta attivamente. I francesi sono abbastanza propensi a considerare questa opzione rispetto ad altri paesi esaminati (37%). Tuttavia, questo contrasta nettamente con la Svizzera, dove meno di uno su cinque intervistati (18%) la pensa nello stesso modo e con i Paesi Bassi, dove solo il 3% sta prendendo attivamente in considerazione un trasferimento.
Esiste un lieve divario tra i sessi: il 37% degli uomini afferma che stanno cercando o considerando attivamente un lavoro internazionale nei prossimi due anni rispetto a solo il 30% delle donne. L’età è anche un fattore importante, con uno su dieci (10%) under 35 che considera seriamente un trasferimento all’estero nei prossimi due anni, rispetto a solo il 3% degli over 45.
È interessante però analizzare come si colloca l’Italia nel panorama complessivo dei Paesi scelti come promettenti per la carriera.
“Se da un lato l’Italia è tra le mete preferite dei turisti di tutto il mondo per la sua bellezza e cultura, non possiamo dire lo stesso come meta per una possibile carriera. – dichiara Virginia Magliulo, managing partner di Adp Italia – L’Italia, attualmente, non è percepita come Paese che possa agevolare il lavoro e la crescita professionale, il che è un male perché da un lato abbiamo i giovani che tendono ad andare all’estero per lavorare, dall’altro non abbiamo la capacità di attrarne. Binomio pericoloso, perché rischiamo di ritrovarci con una classe lavorativa vecchia e un gap generazionale preoccupante. E’ fondamentale invece lavorare affinché anche l’Italia si posizioni come Paese attraente, adottando politiche di lavoro moderne e all’insegna della massima meritocrazia, dello smart working, del rispetto del bilancio tra vita lavorativa e privata”.
È stato chiesto ai dipendenti europei: “Quale dei seguenti paesi o regioni considereresti per una opportunità di carriera?”
Gli inglesi, con un 11,7% di dipendenti che rispondono Italia, ci collocano al quinto posto, un risultato neanche così negativo. Veniamo dopo Nord America (26,3%), Spagna (19%), Germania (16,3) e Francia (15%). La Spagna, subito in seconda posizione, attrae gli inglesi soprattutto per il suo stile di vita, il clima, il benessere: la qualità della vita insomma, non intesa per forza in senso economico.
Per i francesi veniamo al settimo posto, praticamente a pari merito dell’Asia Pacifica (10,8%). In Francia cercano la carriera in Nord America (25%), Svizzera (19%), UK (18,8%), Germania (17,6%), Spagna (14,8%) e Belgio (13%).
Ecco poi la Germania che invece non ci considera per niente come un Paese appetibile, lavorativamente parlando. Siamo al dodicesimo posto a pari merito con l’Irlanda (6,5%). Per i tedeschi la prima posizione è occupata dall’Austria con il 31% (similitudine di lingua), Svizzera (25%) e Nord America (18,8%). Seguono poi UK, Danimarca, Olanda, Spagna, Francia, Svezia, Asia Pacifica, Norvegia.
Posizione negativa anche per gli olandesi, solo il 5,6% degli olandesi sceglierebbe l’Italia (al pari merito dei paesi dell’Africa): il nostro Paese è meno attrattivo dei Paesi del Sud America e veniamo al 14esimo posto. Sul podio la Germania (32%), il Belgio (24%) e il Nord America (19%).
Esercitiamo poca attrattività anche sui polacchi, per cui siamo al 13esimo posto con il 5,3% al pari della Repubblica Ceca. In Polonia scelgono Germania (32,8%), UK (25,6%) e Norvegia (15%).
Risultato migliore se parliamo di Spagna: l’Italia è al quinto posto con il 14,4%. In testa UK (30%), Germania (27%), Francia (24,6%) e Nord America (23,5%).
La Svizzera ci colloca in nona posizione con l’8,3% e sceglie Nord America (26%), Germania (20%) e UK (20%). Veniamo dopo Asia, Spagna e Sud America.
Se approfondiamo i motivi per cui le persone desiderano lavorare all’estero, la Germania viene considerata ancora una volta come la destinazione più interessante in generale, con il 23% di coloro che considererebbero un trasferimento che la indica come prima scelta. L’America del Nord è salita notevolmente in classifica, con più di uno su cinque (21%) degli intervistati che afferma di considerare un trasferimento, rispetto al solo 5% dello scorso anno. Ed è interessante che la Brexit non sembra aver scoraggiato i lavoratori da un trasferimento nel Regno Unito, con un quinto degli intervistati che lo indica come una destinazione di lavoro attraente, un aumento del 5%.
E gli italiani?
Ecco la classifica dei Paesi che gli italiani scelgono come meta ideale per lavorare e fare carriera (risposta a preferenza multipla):
1 – GERMANIA: la scelgono il 30,7 % degli italiani. La percentuale sale al 40% nella fascia d’età tra i 16 e i 24 anni, scende al 21% dopo i 55.
2 – UK: è la meta ideale per il 25% degli italiani. Nella fascia 16-24 si sale al 36%, si scende al 19% tra i 45 e 54 anni.
3 – SVIZZERA: il 20% degli italiani la sceglierebbe. La percentuale più alta (21,2%) si registra nella fascia 35-44 anni.
4 – NORD AMERICA: la sceglie il 19%. Fascia più propensa quella tra i 35 e 44 anni con il 22%.
5 – FRANCIA: scelta dal 16,5%, in questo caso è la fascia 45-54 anni a prediligerla con il 19,6%.
Per gli italiani, l’ostacolo più grosso è considerato il dover lasciare la famiglia e gli amici (33%), percentuale che sale al 38% nella fascia 45-54 e che coinvolge più le donne (36% vs 30%), la lingua per il 21%, la burocrazia per il 12%. Interessante vedere come la lingua sia lo spauracchio della generazione 16-24 con il 27%, e spaventi invece meno le fasce più vecchie.