Lenovo punta sempre più in alto

Partita come acquisizione della divisione pc da IBM, l’avventura di Lenovo ha avuto un notevole successo, tanto da acquisire e sviluppare poi in proprio sistemi ad alte prestazioni per data center

Dai pc ai supercomputer: potrebbe essere questa la versione ultra-sintetica della storia di Lenovo. Sicuramente, da quando è nata l’azienda che ha acquisito da IBM la linea di pc ThinkPad, il solco aperto da Big Blue è stato ampliato e confermato con una storia di successo mondiale. Da pochi anni, esattamente da quando Lenovo ha deciso di acquisire anche i server x86 IBM, cioè dal 2014, è iniziata l’avventura dell’azienda nel campo dei computer di fascia medio alta e, oggi, altissima. In realtà, risale al 2002 il primo supercomputer targato Legend, la vecchia identità di Lenovo: si tratta di DeepComp 1800, ed è stato il primo in Cina a raggiungere i 1.000 Gigaflop (miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo). Grazie agli sviluppi degli ultimi anni, oggi Lenovo si è aggiudicata il primo posto tra i “TOP500” vendor di supercomputer attivi nel mondo: in pratica, è targata Lenovo 1 installazione su 4 in questo settore.

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Abbiamo incontrato il general manager del Data Center Group di Lenovo in Italia, Alessandro de Bartolo, nel corso di un press briefing volto a fare il punto sui successi già raggiunti e sui programmi per il futuro dell’azienda. «Abbiamo ottenuto una crescita del fatturato rispetto all’anno scorso vicina al 44% (43,9%), con un forte contributo della regione EMEA (66%, Europa, Middle East, Africa)». Inoltre, la conquista della prima posizione nei TOP500 presentata a un evento dedicato al Supercomputing a Francoforte, in Germania, non è l’unica nota positiva dell’attività di Lenovo nel settore. «In effetti, 117 dei primi 500 attori della classifica di cui siamo leader, utilizzano sistemi Lenovo».

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Successi italiani

I successi di Lenovo nel settore dei data center e, in particolare, del supercomputing non sono solo internazionali. Infatti è stato di recente siglato un accordo con Cineca, Consorzio interuniversitario per l’informatica a favore della ricerca scientifica e tecnologica (cui aderiscono tra gli altri, 67 università e 9 enti di ricerca), con cui Lenovo ha sviluppato il supercomputer Marconi, basato sulla piattaforma Lenovo NeXtScale. Ancora più recente è l’accordo con Enea per un supercomputer implementato da Lenovo e Cineca presso il centro di ricerca di Portici, in provincia di Napoli, denominato CRESCO6 e che attualmente risulta essere il più potente del Sud Italia. Il nuovo supercomputer servirà anche a supportare i ricercatori che stanno realizzando un Tokamak (camera toroidale per lo studio dei plasmi con contenimento magnetico) per lo studio della fusione nucleare controllata, in corso attualmente a livello Europeo.

L’approccio denominato da Lenovo Neptune, poi, rappresenta un notevole progresso verso la riduzione dei consumi energetici dei data center ad alte prestazioni, attraverso il raffreddamento con acqua tiepida. Infine, la piattaforma Lenovo Intelligent Computing Orchestration, o LiCO, giunta alla release 5.2, consente di accelerare il percorso verso l’adozione dell’Intelligenza Artificiale e la trasformazione digitale delle aziende, offrendo tool semplici e immediati per l’implementazione di soluzioni Hpc (High-performance computing) in cluster. «Oggi la regione EMEA è quella che contribuisce maggiormente al fatturato globale Hpc di Lenovo, seguita da Stati Uniti e poi Cina», aggiunge ancora de Bartolo.