Google mette al bando le app per il mining di cryptovalute

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Google ha deciso di bandire da Android le app che consentono il mining di monete digitali per evitare truffe e raggiri

I big del web hanno ufficialmente dichiarato guerra alle cryptovalute, almeno per quanto riguarda annunci e software che promettono facili guadagni sfruttando l’entusiasmo degli utenti sprovveduti. In molti negli ultimi tempi si sono interessati al cosiddetto mining, allettati dalla crescita esponenziale del valore di monete digitali come i Bitcoin, che sono arrivati a sfiorare i 20mila dollari. Apple ad esempio ha rivisto le sue policy per gli sviluppatori impedendogli di realizzare app di mining per iOS e ora anche Google ha deciso di seguire la stessa strada. La Mela consente comunque la raccolta di monete digitali dai suoi dispositivi quando l’operazione avviene nel cloud e non ha bandito i salvadanai elettronici purché realizzati da specifiche organizzazioni. “Sono vietate le app che consentono il mining di cryptovaluta sui dispositivi. Sono consentite le app che gestiscono da remoto il mining di cryptovaluta”, si legge nelle norme per gli sviluppatori di Android pubblicate da Big G.

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Il colosso di Mountain View è molto interessato alla blockchain, sistema che consente lo scambio di cryptovalute in modo sicuro, ma diffida delle valute digitali. Da tempo infatti ha avviato diverse iniziative volte a limitare le truffe legate a questa tecnologia. Google, che ha finalmente rilasciato la bet finale di Android P, ad esempio ha bloccato a maggio gli annunci pubblicitari ingannevoli relativi alle ICO, ovvero le omologhe delle offerte pubbliche iniziali (IPO) ma relative alle cryptomonete. Anche Facebook e poi Twitter hanno scelto la stessa strategia bandendo dai loro servizi gli spot legati alle monete digitali.

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