Uber saprà se i passeggeri sono ubriachi

Uber: 20.000 corse gratuite in Italia per la campagna vaccinazione COVID19

Un nuovo set di strumenti permetterà alla compagnia di riconoscere clienti alticci, da “gestire” solo con personale addestrato

Un nuovo brevetto appartenente a Uber mostra un’iniziativa che non mancherà di far discutere. A quanto pare, l’azienda avrebbe intenzione di realizzare un software, integrato nella sua app per smartphone, capace di riconoscere se un cliente è ubriaco. In che modo? Utilizzando i sensori del telefonini per valutare l’oscillazione, la camminata e persino ci che viene digitato sulla tastiera. Il fine è quello di gestire meglio alcune situazioni, inviando all’utente che ha chiesto una corsa solo personale addestrato, così da evitare spiacevoli fraintendimenti e problematiche varie. A governare un simile sistema sarà l’intelligenza artificiale che, a ragion di logica, assumerà un ruolo sempre maggiore nelle strategie del gruppo.

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Cosa succede

Sebbene il fine ultimo di Uber sia eticamente accettabile, la questione solleva comunque molti dubbi circa la privacy delle persone. Come verranno raccolti i dati? Chi ne potrà fare uso e, soprattutto, verranno condivisi con i partner della compagnia? In tempi critici per la corretta gestione delle informazioni sensibili, qualora Uber dovesse avviare realmente il suo progetto, servirebbe prima spiegarne il funzionamento, lato frontend e backend, così da assicurare ai regolatori un ottenimento chiaro e trasparente e, magari, con la possibilità di scegliere un opt-out per chi non fosse interessato.

C’è anche la preoccupazione che il sistema possa mettere in pericolo gli utenti. Secondo una recente indagine della CNN, almeno 103 guidatori di Uber negli Stati Uniti sono stati accusati di aver aggredito o abusato sessualmente loro clienti negli ultimi quattro anni, molti dei quali erano alticci e non del tutto coscienti.

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