Facebook ha condiviso dati privati con i produttori di smartphone

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Facebook è stata accusata di aver fornito per anni i dati degli utenti ai produttori di smartphone e tablet. Il social network afferma che l’operazione è servita a implementare il servizio su mobile

Più passa il tempo più sembra che Facebook non sia stato poi così trasparente quando si tratta dell’utilizzo dei dati dei suoi utenti. Come se non bastasse lo scandalo Cambridge Analytica, che in realtà potrebbe essersi rilevato vantaggio per il social network, oggi si scopre che l’azienda di Menlo Park ha condiviso le informazioni personali degli iscritti anche con le grandi aziende del settore mobile. Secondo quanto riporta il New York Times, Facebook avrebbe stipulato accordi con almeno 60 produttori di smartphone, tablet e prodotti wearable per consentirgli di accedere a dati formalmente protetti dalla privacy degli utenti e i loro contatti senza un consenso informato.

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Il quotidiano statunitense afferma che negli ultimi dieci anni Facebook, che sta lavorando ad un chip per analizzare e filtrare i video in diretta, ha stretto patti con colossi come BlackBerry, Amazon, Microsoft, HTC, Apple e Samsung. Rispetto al caso Cambridge Analytica, le persone coinvolte non avrebbero fornito volontariamente le informazioni poi condivise con i produttori. Il social network si è difeso dalle accuse in un post sul proprio blog in cui sottolinea che le API incriminate sono state lanciate agli albori dell’esperienza dell’azienda nel settore mobile e che queste sono state sfruttate per implementare il suo servizio su smartphone e tablet in un momento in cui non esisteva ancora il duopolio Android-iOS e nemmeno gli app store. Facebook ha poi ribadito che i dati sono stati raccolti in modo lecito e non sono stati forniti a società terze. Inoltre, il loro utilizzo è servito solamente garantire la stessa esperienza d’uso su mobile e desktop. La notizia dell’ennesimo scandalo relativo alla privacy è trapelata a pochi giorni dalle dichiarazioni del CEO di Snapchat, Evan Spiegel, riguardanti proprio Facebook e il modo in cui gestisce la privacy. Secondo il numero uno dell’app di messaggistica l’azienda di Menlo Park avrebbe fatto bene a copiare il suo sistema per la gestione dei dati personali.

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