Dopo il cane antidroga arriva quello anti-hacker

truffa eSIM come proteggersi

Si chiama Doug, il “data dog” addestrato a “sniffare” chiavette elettroniche, che ha permesso di catturare lo studente californiano, accusato di aver violato il sistema informatico della scuola

I fotogrammi di “Wargames”, mitica pellicola del lontano 1983, vanno finalmente in pensione. O almeno tocca in sorte, alla sequenza in cui il giovane protagonista si fa spedire dal preside per l’eccessiva turbolenza in classe e ne approfitta per sbirciare nell’ufficio della segreteria i codici di accesso al sistema informatico in cui venivano registrati i voti meritati in interrogazioni e compiti in classe. Chi ha i capelli bianchi (e chi non li ha più nemmeno d’argento) non fatica a ricordare che lo studente David J. Lightman (interpretato da Matthew Broderick) si collega da casa al computer della scuola, utilizzando un ormai romantico “accoppiatore acustico” e – per farsi bello con la fidanzatina – approfitta dell’accesso indebito da remoto per “rimediare” un’insufficienza che poteva compromettere la futura pagella.

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L’encomiabile (si fa per dire) avventuroso percorso del ragazzotto (che poi si cimenta in ben più perigliose inerpicate telematiche fino a portare il mondo sull’orlo di un “conflitto termonucleare globale”) – oggi – è stato definitivamente dichiarato obsoleto e inutile. La sua condotta ha ispirato mille tentativi di imitazione e qualche volta è capitato di leggere sui giornali di qualche liceale che è riuscito a modificare i registri scolastici, ma nessuno avrebbe mai pensato che la situazione potesse evolvere come invece è accaduto a Concord, in California, all’inizio di maggio.

Un sedicenne – di cui non è dato conoscere il nome per l’ovvia ragione che si tratta di un minorenne – è stato arrestato dalla polizia con ben quattordici capi di accusa. L’imponente massa di imputazioni, in un’epoca in cui college e altri plessi analoghi sono teatro di sparatorie e di altre manifestazioni cruente di follia, potrebbe portare immediatamente a pensare a un serial killer o a una strage al culmine di un raptus di follia. Niente di tutto questo. Chiarito che il teenager non ha strangolato il bidello per farsi dare la chiave dell’archivio, né ha accoltellato il responsabile informatico per ottenere le credenziali del database scolastico, è lecito domandarsi perché sul caso ci sia stata necessità di avviare una operazione congiunta che ha visto impegnati tutti gli sbirri della Contea di Contra Costa e persino gli 007 dello United States Secret Service.

Tutto è cominciato quando l’intera comunità didattica del distretto unificato di Mount Diablo si è trovata sommersa da una torrenziale pioggia di messaggi in posta elettronica che già a prima vista si prospettavano come sospetti. L’intera zona si è trovata al centro di una perturbazione non metereologica, ma telematica: le mail erano tutte caratterizzate dalla presenza di un link che collegava a un finto portale identico a quello ufficiale delle scuole di quell’area territoriale. Se un qualunque professore avesse mai fatto click su quel collegamento fraudolento piazzato ad arte nella corrispondenza ricevuta, il malcapitato sarebbe stato indotto a inserire il proprio account e la rispettiva password: quei due elementi, finiti in un archivio posticcio predisposto ad hoc, avrebbero garantito allo studente le chiavi per accedere in modo sistematico e duraturo al sistema informatico della scuola. La trappola ha funzionato e almeno un docente ha abboccato all’amo di questo primo caso di phishing che mirava a pescare insegnanti al posto dei soliti correntisti online.

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Il birbaccione ha cambiato i voti non solo suoi ma anche di oltre una decina di compagni di studi. La cosa divertente è stato il criterio discriminatorio della manipolazione dei registri: gli amici hanno visto positivamente lievitare le proprie votazioni, mentre chi era antipatico al malfattore si è ritrovato un imprevisto abbassamento della media scolastica. Il climax della vicenda è la perquisizione domiciliare. Il protagonista del colpo di scena non è stato un “cyber-cop”, ma un elemento della squadra cinofila: è stato il cane poliziotto “Doug” a trovare la chiavetta USB con le prove del misfatto. Altro che software spia per catturare hacker e criminali.