Cosa succede ora che negli USA non c’è più la net neutrality


La Federal Communications Commission ha confermato quanto già votato mesi fa: l’abrogazione delle regole sulla neutralità volute da Obama

Sarebbe servito un colpo di coda del Senato e invece no, la net neutrality è scomparsa ufficialmente dagli Stati Uniti. Cosa comporterà tale scelta è impossibile dirlo ma gli scenari di business si aprono e perdono molti dei limiti che, a ragione o meno, Obama aveva voluto apporre durante l’ultimo mandato della sua legislatura. L’ex Presidente era infatti riuscito a trasformare la connessione a internet in un bene quasi di prima necessità, inserito comunque nella stessa fascia in cui, negli USA, si trovano servizi quali l’elettricità e il gas. Questo per impedire il sorgere di offerte commerciali lesive di un accesso libero e basilare, a cui tutti hanno diritto (pur di pagare un canone ovviamente).

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Cosa succede

Nella pratica, prima della decisione della FCC, nessun operatore o fornitore di contenuti digitali negli USA avrebbe potuto differenziare gli utenti per qualità e quantità del servizio offerto. Ovvero: un Netflix di turno ha già l’opportunità di far pagare di più per fruire, con un singolo account, di film e video su dispositivi differenti, aumentando il prezzo dell’abbonamento. Ma non poteva creare pacchetti specifici (in quanto ad ampiezza del portfolio) a seconda del canone, come accade ad esempio per le Pay TV.

Il concetto è: Netflix ha un catalogo di base che deve essere lo stesso per tutti i clienti, senza distinzione territoriale, per un medesimo paese. Nel mezzo del discorso entravano anche le tecnologie di connessione: quando è arrivato il 4G, le telco interessate alla sperimentazione hanno attivato lo spettro gratuitamente con l’impossibilità di chiedere alle persone un costo maggiorato per il passaggio all’LTE avanzato.

Leggi anche:  Minsait firma il manifesto per la parità di genere nella filiera italiana ed estende la gender equality anche ai propri fornitori

L’eliminazione della net neutrality disegna un quadro globale che considera possibile quanto scritto sopra. Una privazione dei diritti fondamentali di ogni cittadino digitale per alcuni, una grande porta che si apre per aziende e imprenditori convinti che le innovazioni debbano comportare dei costi di acquisizione da parte dei navigatori. Per Trump, ad esempio, meno militi burocratici e legislativi permetteranno di far evolvere con un ritmo più veloce l’industria in senso lato, con più ampie opportunità di crescita.

Sarà davvero così? Al momento non vi sono elementi che facciano presagire simili cambi di rotta, verso strategie volte ad accogliere l’abrogazione della norma. Peraltro 22 Stati USA hanno già confermato la volontà di procedere come se la neutralità della rete fosse ancora attiva, per preservare l’integrità dei servizi minimi. Un status quo che per i sostenitori della FCC è contro la legge ma che soggetti imponenti, come Washington, New York e la California, considerano indispensabile.