La Corte Ue ha stabilito che gli amministratori delle pagine sono corresponsabili insieme a Facebook del trattamento dei dati dei propri visitatori
A pochi giorni dall’introduzione del GDPR, il nuovo regolamento europeo sulla privacy, la Corte Ue ha emesso una sentenza che modificherà per sempre le modalità con cui gli amministratori delle pagine potranno usufruire dei dati degli iscritti. I giudici di Bruxelles hanno infatti stabilito che chi gestisce le fanpage è corresponsabile insieme al social network del trattamento delle informazioni personali dei visitatori della rispettiva pagina. Gli amministratori infatti possono ottenere dati statistici grazie allo strumento Facebook Insights, che attraverso i cookies attivi per 2 anni associa un codice unico all’utente e ne raccoglie ed elabora preferenze e comportamenti durante la sua attività social. Tutto questo avviene senza un consenso diretto degli iscritti.
La sentenza della Corte Ue nasce dal vertenza relativa allo società tedesca Wirtschaftsakademie, che effettua attività di formazione online tramite la sua fanpage. Nel 2011 le autorità per la protezione della privacy locali avevano chiesto la rimozione della pagina per fermare la raccolta di dati senza che gli utenti ne fossero informati. L’azienda ha quindi fatto ricorso a Bruxelles affermando che il trattamento delle informazioni fossero sola responsabilità di Facebook, che pare abbia condiviso alcuni dati personali con i maggiori produttori di smartphone e tablet. I giudici dell’Ue hanno però confermato che questa ricade anche sugli amministratori.