La criptomoneta di Facebook, cosa sappiamo

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La blockchain intesa da Zuckerberg non servirebbe tanto per assicurare la privacy quanto per aumentare gli introiti tramite un sistema di pagamento sicuro

Non è semplice essere Mark Zuckerberg, soprattutto di questi tempi, ma il ragazzo ci mette del suo. Dopo aver promesso di migliorare le procedure di gestione dei dati personali e le modalità con cui le aziende partner possono (o meglio, non possono) accedervi, ecco un’altra curiosa notizia, che poco ha a che vedere con la sicurezza delle informazioni. Facebook starebbe per lanciare una propria criptomoneta, da implementare in modo particolare su Messenger.

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Nessuna ufficialità ma solo una serie di indiscrezioni che, aumentando di giorno in giorno, assumono sempre più il carattere di verosimili. Persone vicine al social network avrebbero raccontato dei piani di Zuckerberg di creare una valuta digitale sulla stregua dei Bitcoin e Monero. Tecnicamente nulla di più semplice, visti i software e il know-how che vi è attualmente in materia di blockchain ma un progetto che va comunque integrato nel complesso ingranaggio della piattaforma 2.0.

Cosa sappiamo

I motivi per credere davvero a una simile iniziativa sono tanti. Il primo: Messenger permette già di scambiare del denaro tra utenti, almeno nei paesi abilitati al servizio. Portare maggiore sicurezza in tale operatività non fare altro che consolidare maggiormente il mezzo, anche verso mercati maggiori, come gli occidentali. Il secondo punto riguarda Marketplace, lo store online di Facebook. Si tratta di un progetto che non è mai declinato davvero, oscurato dal lato prettamente social della piattaforma.

Associare all’e-commerce una moneta digitale potrebbe aumentarne la diffusione, a seguito dell’interesse ancora alto per Bitcoin e simili. Non è un caso, se le voci parlano anche della volontà di Facebook di utilizzare la valuta basata su token anche in altre aree, basando il tutto su una tecnologia blockchain che possa fare da collante per attività diverse, non per ultima la lotta alle fake news.

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