Il governo cinese può leggere tutti i messaggi di WeChat

E non solo quelli dei connazionali. Persino le chat eliminate non sono rese inaccessibili agli occhi di Pechino

Le autorità cinesi hanno confermato di poter accedere a tutti i messaggi scambiati sulla piattaforma di WeChat. La rivelazione è una concreta conferma del potere investigativo 2.0 nelle mani di Pechino, che da sempre tenta di controllare ciò che passa per l’etere digitale del paese. Qui il problema è però un altro: potendo accedere alle conversazioni online, vuol dire, almeno in teoria, leggere anche quelle che vengono trasferite tra gli utenti internazionali, non solo cinesi.

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Stando a una dichiarazione fatta dal casalingo Chaohu Municipal Discipline Inspection and Supervision Commission, organo che si occupa di anti-corruzione, nelle maglie della polizia andrebbero pure le chat cancellate, capaci di essere riportate in chiaro dai software nelle mani degli agenti.

Violazione indebita

Che ciò si tratti di una chiara e pesante violazione della privacy è chiaro. Meno, se lo si guarda dal punto di vista della Grande Muraglia, ovvero come una necessità in tempi in cui il crimine si fa largo anche sul web, organizzando attività illecite e strategie per aggirare le forze dell’ordine. Insomma, se l’obiettivo è la sicurezza, bisogna partire proprio dalle chat, che devono poter essere accessibili alle agenzie governative.

Eppure, Tencent, la compagnia che sviluppa WeChat, ha smentito ogni possibile accusa nella quale è coinvolta la piattaforma: “weChat non conserva alcuna cronologia di conversazione sui propri server. I messaggi sono solo sul telefono o computer degli utenti”. Ora tocca capire chi mente, se la multinazionale cinese oppure l’organo di controllo, che forse vuole solo dissuadere le persone nell’usare il servizio, spingendole magari verso client meno famosi e dunque maggiormente vulnerabili.

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