Fastweb annuncia i risultati del primo trimestre del 2018

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Nei primi tre mesi dell’anno Fastweb raggiunge 2,483 milioni di clienti – in aumento del 3% rispetto al 1Q 2017 – e 492 milioni di euro di ricavi, +9% rispetto al periodo corrispondente dello scorso anno sulla base di dati comparabili

Continua, anche nel primo trimestre del 2018, la crescita di Fastweb in termini di clienti, fatturato e margini, consolidando ulteriormente la posizione dell’azienda nel mercato della banda larga in Italia. Si conferma il trend di crescita nell’acquisizione di utenti di servizi di accesso a banda larga con 83mila nuove unità che portano la base clienti al 31 Marzo a 2,483 milioni (+3% rispetto al 1Q 2017). Nello stesso periodo i ricavi – tenendo conto dei nuovi standard IFSR15 – hanno raggiunto 492 milioni di euro (+9% rispetto ad un anno prima sulla base di dati comparabili).

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Anche in questo trimestre il mercato ha premiato la strategia basata sulla continua innovazione e la scelta di optare per offerte semplici e trasparenti. In particolare, dopo l’eliminazione di tutti i costi nascosti nella telefonia mobile e le altre novità introdotte nel corso del 2017, Fastweb ha continuato nel suo percorso #nientecomeprima, lo scorso 26 marzo, con l’annuncio di politiche commerciali che cambiano radicalmente il paradigma del mercato della telefonia fissa. In primo luogo introducendo la fattura ‘Tutto Incluso’ – per cui il prezzo mensile pubblicizzato comprende tutte le componenti che solitamente vengono fatte pagare a parte, come l’attivazione, il contributo aggiuntivo per il modem o l’opzione ultrafibra – e eliminando qualsiasi vincolo di durata anche per i contratti di telefonia fissa.

In crescita anche l’EBITDA (Earning Before Interest Depreciation and Amortization) che al 31 marzo 2018 ha raggiunto 144milioni di euro, in crescita dell’5% rispetto al 1Q 2017 sulla base di dati comparabili. Si tratta del 19° trimestre consecutivo di crescita per numero di clienti e per l’EBITDA.

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Proseguono i lavori di estensione della rete ultra broadband, disponibile al 31 marzo in 15 milioni di abitazioni, di cui 8 con rete proprietaria. In particolare passano a 3.2 milioni le case raggiunte da rete FTTH, anche grazie al contributo di FlashFiber – la joint venture creata con TIM a luglio 2016 per la realizzazione della rete in fibra fino all’abitazione in 29 città – che a fine marzo raggiungeva una copertura di 1.2000.000 unità abitative e imprese.

Gli investimenti nella posa di reti FTTx, nell’ampliamento della rete WI-Fi – anche propedeutica alla realizzazione futura delle reti 5G – e nei trial 5G in corso a Bari, Matera e Roma hanno portato gli investimenti di Fastweb nel trimestre a 159 milioni di euro, pari al 32% dei ricavi, e in aumento del 6% rispetto allo stesso periodo del 2017 sulla base di dati comparabili. Si tratta di una percentuale unica nel panorama italiano ed europeo, come confermato anche dall’indagine annuale del Centro Studi di Mediobanca sul settore delle telecomunicazioni e che conferma l’impegno robusto di Fastweb nell’infrastrutturazione in fibra del paese.

La strategia di investimenti per l’infrastrutturazione paga anche in termini di quota di mercato: i clienti Fastweb che hanno attivato servizi di connettività a banda ultralarga con velocità da 100 Mbs a 1 Giga erano 1.124.000 al 31 marzo, in crescita del 26% rispetto agli 892mila dello scorso anno: la percentuale di clienti consumer Fastweb che optano per servizi di connettività ultraveloce sale al 47%.

Molto soddisfacenti nel primo trimestre le performance della Business Unit Enterprise. In particolare, grazie a nuovi contratti stipulati con le amministrazioni centrali e locali nell’ambito della convenzione CONSIP per il Sistema Pubblico di Connettività e all’acquisizione di nuovi clienti nel settore privato, l’ordinato segna un +65% rispetto ai primi 3 mesi del 2017. La quota di mercato di Fastweb nel segmento dei grandi clienti pubblici e privati è ormai quasi del 30% in termini di ricavi, grazie alla costante crescita nel corso degli anni.

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Estremamente positive anche le performance del segmento mobile: 1.185mila SIM attive – in crescita del 55% rispetto alle 763mila SIM attive nel primo trimestre 2017 – ma soprattutto un tasso di acquisizione di nuovi clienti che si conferma decisamente sostenuto per l’effetto combinato della qualità dei servizi – erogata ora su rete 4G e 4G plus – e della politica di trasparenza lanciata lo scorso maggio. Fastweb si conferma dunque come l’operatore che cresce di più nel mercato mobile.

Fatti rilevanti intervenuti dopo la chiusura del trimestre

Il 9 Aprile l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha dato il via libera agli impegni presentati da Fastweb e TIM per la costruzione, attraverso la società comune FlashFiber, di una rete FTTH in 29 città. L’AGCM ha quindi chiuso l’istruttoria avviata il primo febbraio 2017 per verificare le possibili restrizioni alla concorrenza connesse all’accordo di co-investimento che aveva dato vita alla società FlashFiber. L’AGCM ha ritenuto che gli impegni assunti da Fastweb e Tim siano idonei a superare le preoccupazioni concorrenziali: il progetto, anzi, favorirà lo sviluppo di forme di concorrenza infrastrutturata nei mercati dell’accesso ad internet su rete fissa e consentirà un rapido processo di copertura del territorio nazionale con reti di nuova generazione.

Da una parte, infatti, la decisione dell’AGCM crea certezza in relazione al piano di investimenti di FlashFiber e avrà l’effetto di accelerare la posa di reti FTTH nelle 29 maggiori città italiane. Il piano industriale di FlashFiber prevede la connessione di 3 milioni di abitazioni che avverrà secondo tempistiche definite nell’ambito degli impegni: 70% delle unità immobiliari sarà collegato entro il 2018, l’85% entro il 2019 e il 95% entro il 2020. Dall’altra gli investimenti di FlashFiber saranno realizzati in modo da avere due reti in parallelo perfettamente autonome sia da un punto di vista tecnico che commerciale, con l’effetto di potenziare le dinamiche competitive.  L’AGCM sancisce, dunque, un principio importante: avere due reti indipendenti, almeno nelle aree più densamente popolate del paese, non è solo possibile – come del resto evidenziato dall’esperienza dei principali paesi europei – ma anche auspicabile al fine di aumentare la concorrenza e i vantaggi per gli utenti finali.

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