Dopo la pretesa del governo di ottenere le chiavi di crittografia delle chat, gli utenti hanno scaricato in massa l’app da usare tramite VPN
Esattamente l’effetto opposto a quanto desiderato. A seguito del ban imposto dal governo russo, che dal 16 aprile vieta a Telegram di essere usato all’interno del paese, gli utenti hanno cominciato a scaricare in massa l’app. Per usarla e aggirare il divieto, i cittadini sfruttano le solite VPN, utili a rimbalzare le richieste di accesso in giro per il mondo. A chiedere e ottenere la norma anti-Telegram era stato il Roskomnadzor, organo addetto alla supervisione delle telecomunicazioni che viaggiano per l’etere russo.
Consci del potenziale delle chat crittografate, l’azienda ha sin da subito negato le richieste dell’organizzazione, che chiedeva di avere le chiavi crittografiche delle chat più “calde”, pretesa peraltro molto difficile data la presenza della protezione end-to-end che, almeno in teoria, non consente nemmeno al fornitore di leggere il contenuto delle conversazioni.
Cosa succede
Ecco il comunicato di Telegram diffuso nelle ultime ore: “La posizione di Telegram rimane la stessa. I requisiti mossi dal governo per ricevere le informazioni di accesso alla corrispondenza privata degli utenti sono incostituzionali, non basati su alcuna legge, tecnicamente e giuridicamente inapplicabili, quindi il blocco che ne è seguito è irragionevole “. Come detto, non è bastato il ban del Roskomnadzor a fermare gli utenti.
Il servizio NordVPN ha individuato un aumento del 300% di persone iscritte al proprio network privato con lo scopo di sfruttarlo per connettersi a Telegram. Lo scontro va avanti su entrambi i fronti; tanto che il governo di Mosca ha bloccato pure gli IP appartenenti a Google e Amazon per rendere difficoltoso l’utilizzo delle piattaforme ad essi connesse, compresi cloud ed email.