Cambridge Analytica? Facebook ci ha guadagnato

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Le minacce di cancellazione dei profili non hanno dato il risultato sperato dai critici della piattaforma che invece ha portato a casa un incremento di utenti

Nonostante l’hashtag post Cambridge-gate #DeleteFacebook, gli ultimi dati forniti da comScore evidenziano addirittura un aumento nell’utilizzo del social network da parte degli americani. Il pubblico statunitense è forse quello che più di altri è stato colpito dallo scandalo dell’agenzia di analisi, che ha raccolto le informazioni private di 87 milioni di iscritti, utilizzando un comune sondaggio diffuso online. Eppure il team di specialisti afferma che da gennaio 2016 a oggi, il numero di visitatori ha una media del +7% anno su anno. La maggior parte accede via smartphone, portando a 188,6 milioni il totale di cittadini a stelle e strisce connessi sulla piazza virtuale più popolosa che ci sia.

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Dati incoraggianti per Zuckerberg

Il bello, almeno per Zuck, è che non sono solo i dati complessi a crescere ma anche il tempo speso online. Si è passati da poco meno di 10 minuti pro-capite del luglio 2016 agli oltre 30 minuti del marzo 2018, un incremento per nulla banale nei confronti di un servizio che fa della permanenza tra le pagine motivo principale del proprio business. Non a caso, l’aumento è avvenuto poco dopo che Facebook ha aggiornato la sua app mobile, introducendo alcune opzioni per il controllo dell’account e impostazioni della privacy.

Tutto comunque prima dello scandalo di Cambridge Analytica, a cui ha fatto seguito un ulteriore update e l’introduzione di un menu per controllare quali software hanno accesso al profilo e l’opportunità di revocarne i diritti in un paio di click. Probabilmente gli utenti hanno apprezzato tali misure repentine o, più semplicemente, quello che molti chiamano scandalo per molti è solo un incidente di percorso che interessa in misura ridotta il proprio io-digitale che, prevaricazioni o no, continua a spulciare tra le bacheche degli amici, quanto e più di prima.

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