Per evitare di finire nel vortice delle polemiche sulla privacy, WhatsApp ha voluto confermare che tutte le conversazioni degli utenti sono crittografate e protette ma c’è comunque una parte di rischio
Lo scandalo Cambridge Analytica ha costretto il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, a chiedere ufficialmente scusa al mondo per la violazione della privacy di milioni di utenti davanti al Congresso americano. WhatsApp, che è stata acquisita dal social network nel 2014, non può permettersi di essere associata all’azienda di proprietà della britannica Strategic Communication Laboratories per non perdere la fiducia di oltre 1 miliardo di utilizzatori e per questo si è messa in moto per confermare la sicurezza dei suoi sistemi.
WhatsApp, il cui co-fondatore ha consigliato senza mezzi termini di cancellare Facebook , ha pubblicato sul proprio sito ufficiale una nuova sezione FAQ in cui sottolinea che qualunque conversazione scambiata in chat o telefonata è protetta dalla crittografia end-to-end e che nemmeno l’azienda può accedere a quei dati. Il documento cita però solamente la versione Business dell’app e non quella scaricata su milioni di smartphone nel mondo.
“Per noi, la tua privacy è importante. Tutte le chiamate e i messaggi WhatsApp sono protetti dalla crittografia end-to-end. Questo assicura che soltanto tu e la persona con cui stai comunicando possiate leggere i tuoi messaggi o ascoltare le tue chiamate, e nessun altro, nemmeno WhatsApp. – si legge nelle FAQ – WhatsApp consegnerà sempre i messaggi che invii a un’attività o un’azienda crittografati end-to-end. Tuttavia, tieni presente che, quando contatti un’attività o un’azienda, i tuoi messaggi potrebbero essere visualizzati da più persone che vi lavorano. Inoltre, alcune aziende che utilizzano la nostra soluzione enterprise potrebbero avvalersi di altre società per gestire le loro comunicazioni, ad esempio, per conservare, leggere e rispondere ai tuoi messaggi. L’attività o l’azienda con cui comunichi ha la responsabilità di assicurarsi che i tuoi messaggi siano gestiti nel rispetto della nostra Informativa sulla privacy”.
Nel frattempo si scopre che Cambridge Analytica ha avuto rapporti piuttosto stretti con altre società di data analysis. Facebook in questi giorni ha infatti sospeso AggregateIQ e avviato indagini su Cubeyou. Inoltre, i Garanti Ue per la privacy (WP29) hanno organizzato un gruppo di lavoro per definire una strategia a lungo termine per proteggere gli utenti dall’uso improprio dei loro dati in vista dell’introduzione del nuovo regolamento europeo sul trattamento delle informazioni personali o GDPR.