Un volto nuovo grazie alla stampa 3D

Grazie alla tecnologia EOS, il Policlinico Sant’Orsola di Bologna può ricostruire rapidamente la mandibola di pazienti oncologici, sia sotto il profilo estetico che funzionale

La tipologia d’intervento esisteva già ed era praticata con tecnologie tradizionali e risultati non sempre accettabili: i problemi avevano a che fare sia con la riuscita estetico/funzionale degli interventi, sia, soprattutto, con i costi e la ripetibilità. Ecco allora scendere in campo EOS, con la tecnologia di stampa 3D additiva (Additive Manufacturing), in cui i prodotti finali vengono costruiti attraverso un processo di stratificazione che, basato sul laser, parte da materiali disponibili in polveri sottili: metallo, plastica, materiali compositi.

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«Il futuro nelle applicazioni della stampa 3D al settore sanitario è oggi», ha esordito Davide Sher, co-fondatore, 3Dpbm (3D Printing Business Media) & Senior Analyst, SmarTech Publishing (portale dedicato alla stampa 3D) e moderatore dell’evento virtuale del 9 aprile dedicato alle applicazioni medicali della tecnologia di EOS. «Purtroppo le informazioni date fino a oggi sulla stampa 3D sono state poco esatte e non si è data un’idea chiara di quello che è realmente possibile». Il webinar realizzato in collaborazione con EOS ha voluto proprio essere una risposta a questo problema. L’argomento principale del webinar è stato l’applicazione della tecnologia 3D additiva di EOS agli impianti maxillo-facciali realizzati presso il Policlinico Sant’Orsola di Bologna, a vantaggio di pazienti che avevano subito estese operazioni di rimozione di parti della mascella a causa di problemi oncologici. Oggi, secondo studi di mercato della stessa SmarTech Markets Publishing, gli impianti Cmf (Cranio Maxillo Facial, cioè dedicati al ripristino di parti del cranio, della mascella o del volto) sono prodotti in volumi pari a circa 7.000 pezzi l’anno, di cui il 4% viene stampato con tecnologia 3D.

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«È un mercato che oggi vale circa 500 milioni di dollari, ma che nel 2026 raggiungerà i 3,8 miliardi», quindi con un potenziale di crescita molto elevato. Naturalmente si tratta di parti altamente customizzate, prodotte su misura in base ad analisi precise (tipicamente basate su scanning in risonanza magnetica nucleare, Rmn). «Il mercato medicale è in forte crescita per quanto riguarda la stampa 3D soprattutto per due ragioni – ha spiegato Giancarlo Sciantico, Regional Manager Italy, EOS -: la prima è la possibilità di realizzare protesi con forme molto complesse e la seconda è l’elevato livello di biocompatibilità del materiale utilizzato, soprattutto metallo (prevalentemente titanio, ndr)». La stampa 3D è già stata utilizzata con successo in svariate operazioni, sia articolari (protesi all’anca) che Cmf. «Al Sant’Orsola sono state eseguite con successo oltre 60 operazioni di tipo Cmf con protesi stampate in 3D – aggiunge Salvatore Battaglia, medico in Formazione Specialistica in Chirurgia Orale e Maxillo-Facciale presso la Scuola di Specializzazione Federata Parma-Bologna -, tutte coronate da successo, che hanno ridato nuova vita a persone con importanti problemi alla mascella e al cranio determinati da tumori. Tra l’altro con vantaggi anche per l’ospedale, in termini di costi delle operazioni». Per il futuro, la forte collaborazione tra le aziende tecnologiche e le Università consentirà la formazione di specialisti nel settore della chirurgia legata alla stampa 3D, quale quella praticata al Policlinico Sant’Orsola di Bologna.