Perché gli USA continuano a indagare su Huawei

Dietro l’angolo nuove sanzioni per la cinese che avrebbe violato gli accordi con gli Stati Uniti in merito agli scambi con l’Iran

Quando Huawei ha iniziato a fare affari all’interno degli Stati Uniti ha dovuto accettare alcune condizioni. Tra queste il divieto di effettuare scambi commerciali con paesi verso i quali Washington ha imposto dei blocchi doganali, come l’Iran. Nella pratica, nessuna compagnia con un business statunitense può intrattenere rapporti con paesi nemici, soprattutto se questi riguardano la compravendita di materiale hardware.

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Stando agli agenti federali, Huawei avrebbe violato tale accordo, inviando prodotti americani in Iran e in altre nazioni vietate. Al momento, non vi è alcuna conferma di procedure giudiziarie specifiche ma, visto come si è comportato ultimamente il governo a stelle e strisce nei confronti di Huawei c’è da attendersi qualche multa salata, tradotta in sanzioni economiche e legislative pesanti per il gigante di Shenzen.

Cosa succede

Le accuse mosse dal Dipartimento di Giustizia fanno parte del processo di indagine che vede coinvolte Huawei e ZTE, entrambe ritenute pericolose per i legami con il governo cinese. Secondo organizzazioni come l’FBI, utilizzare apparecchiature marchiate da entrambe potrebbe rivelarsi un problema di privacy concreto. Se a questo aggiungiamo la possibilità che Huawei abbia fatto accordi con l’Iran beh, c’è più di un motivo su cui gli States poggiano le proprie decisioni di limitazione delle esportazioni, spiegando di voler preservare la sicurezza delle comunicazioni statali e quelle dei semplici cittadini.

Ed è per questo che i senatori repubblicani Marco Rubio e Tom Cotton hanno introdotto una legislazione che vieta agli Stati Uniti di acquistare o beneficiare in leasing di apparecchiature di telecomunicazione costruite da Huawei o ZTE, convinti che i dispositivi e le infrastrutture in questione siano un ponte privilegiato verso Pechino.

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