Sviluppata dall’esercito statunitense servirà a individuare possibili nemici nascosti nell’ombra ma anche a migliorare la scansione del viso
Come spesso accade, le principali innovazioni della tecnologia muovono i primi passi in ambito militare. La stessa internet ha testato la sua utilità per mettere in veloce contatto truppe dislocate da una caserma e l’altra e gran parte della robotica moderna deve i suoi sviluppi alle sperimentazioni negli eserciti. Per questo, quando nel futuro gli smartphone consumer potranno sbloccare meglio la schermata di avvio riconoscendoci anche al buoi, dovremmo ricordarci di quanto attuato oggi dallo US Army. I tecnici al servizio dell’arma a stelle strisce hanno infatti realizzato un software AI che può individuare volti anche in assenza di luce, grazie all’utilizzo di fotocamere termiche.
Come funziona
Montate su dispositivi ad-hoc, queste fotocamere incrociano i dati che si trovano dinanzi con quelli biometrici di un database, per capire se l’individuo ripreso è già conosciuto dal programma. Lo scopo è quello di individuare possibili nemici e infiltrati nelle zone più calde di guerra, sia a scopo preventivo che di attacco. Come detto però, viene logico pensare ad un uso futuro anche in ambito privato. Con la miniaturizzazione dell’hardware, un giorno i normali smartphone potranno ospitare piccoli sensori termici, in grado di lavorare col software AI di bordo per riconoscere meglio un volto anche in ambienti bui. Il risultato sarà un migliore e più rapido matching con i dati in archivio e un innalzamento delle qualità di accesso al device.
Stando a quanto spiegato dagli sviluppatori, in condizioni di scarsa illuminazione una fotocamera convenzionale non riesce a catturare immagini facciali idonee al riconoscimento, se non tramite un flash o una luce artificiale. Quelle termiche invece, cosiddette termocamere, leggono la scia del calore umano, rilasciato naturalmente dal corpo, in modo da riflettere le informazioni biometriche del viso, in qualunque ambiente.