A causa della mancanza di investimenti, il gigante americano avrebbe deciso di terminare il progetto degli smart glass
Quando un progetto innovativo viene terminato prima della sua realizzazione è sempre un peccato. Certo è che se una compagnia come Intel, leader hi-tech mondiale, decide di fermare lo sviluppo di un paio di occhiali connessi le cose vanno oltre le semplici cause economiche. Eppure su queste si concentrano le dichiarazioni del gruppo che, tramite un comunicato stampa globale, ha confermato la decisione di chiudere l’iniziativa per “mancanza di investitori”. Non a caso qualche giorno fa Bloomberg aveva anticipato la possibilità che Intel volesse vendere la divisione dedita ai Vaunt, gli smart glass in questione, ricavandoci almeno 350 milioni di dollari ma con la conseguenza di un futuro incerto per gli oltre 200 impiegati interessati.
Cosa succede
Come detto, c’è sicuramente una motivazione economica dietro il passo indietro ma non solo. Forse la paura era quella di ritrovarsi tra le mani un altro paio di Google Glass, ovvero occhiali futuristici che sembrano aver solcato troppo presto il mercato. Del resto, il funzionamento di Vault sarebbe stato molto simile a quello dei dispositivi di Big G: due classiche lenti con una videocamera al fianco, capace di proiettare un’immagine pari a 400 x 150 pixel nell’angolo superiore destro. Il sito The Verge ha aggiunto che il proiettore è stato progettato per essere non invaso così da essere visibile solo mentre si guardava in una certa direzione. Ciò limita la quantità di dettagli mostrati ma resta il beneficio di ottenere notifiche sulle attività principali dello smartphone connesso.
Non è chiaro in che modo il ritiro di Intel dal mercato degli smart glass inciderà sull’industria nel suo complesso ma è evidente che di grosse novità non ce ne saranno a breve, probabilmente perché a nessuno è chiaro se e quanto utili siano aggeggi del genere per un pubblico diverso da quello enterprise. Nel frattempo, altri giganti della tecnologia come Amazon e Apple stanno lavorando su linee di prodotto comparabili, dunque non è detta l’ultima parola.