Dal concetto mutualistico della Firenze del Quattrocento alla Milano Digital Week 2018. Turtleneck è la polizza vita digitale di Squarelife, startup del Liechtenstein, operativa in tutta l’Ue. Alle spalle, i matematici di Lifeware, piattaforma per la gestione assicurativa as a service
Ci sono settori, anche molto informatizzati, dell’economia dove fare innovazione sul piano dell’organizzazione, della distribuzione e dei prodotti risulta, paradossalmente, molto complicato. Per diverse ragioni, tutte molto valide – vocazione, cultura, forte regolamentazione – il mondo assicurativo è uno degli esempi più eclatanti di staticità. Ed è anche comprensibile, perché stabilità significa solidità e solidità, affidabilità. Ma se all’interno della grande famiglia dei servizi finanziari mettiamo a confronto la vitalità dimostrata dal comparto del “fintech”, una vitalità sicuramente agevolata dalle numerose aperture a livello normativo (come nel caso della PSD2), con i risultati ottenuti dalle startup classificate come “insurtech”, ci si accorge dell’influenza che la tecnologia potrebbe avere in un comparto che secondo i dati ANIA (l’associazione di categoria) vede un andamento degli utili e degli indici di redditività medio piatti o in lieve calo da diversi anni. Non che le imprese del settore assicurativo non facciano innovazione, anzi. Ma rispetto a quelle del settore bancario sembrano esserci maggiori rigidità.
Alla recente Milano Digital Week, mentre mezza città discuteva di Blockchain e Bitcoin, gli unici esponenti insurtech a denominazione d’origine controllata erano Elias Vicari, matematico e informatico, e Paolo Tacconi, economista e digitalizzatore seriale, rispettivamente chief operating officer e consulente di Squarelife, startup assicurativa con sede nel Liechtenstein e capacità operativa a livello europeo. Ospiti del Fintech District creato da SellaLab del Gruppo Banca Sella e Copernico (brand che promuove spazi di coworking e smart working), Vicari e Tacconi hanno presentato un prodotto, Turtleneck, che ci fa capire come la tecnologia possa trasformare radicalmente il modo di progettare, vendere, consumare prodotti tradizionali come la classica “polizza vita”.
INNOVARE GUARDANDO AL FUTURO E AL PASSATO
Squarelife è stata costituita per decisione di un’altra società, Lifeware, «costituita vent’anni fa, come spinoff della compagnia assicurativa di Credit Suisse – spiega Vicari – con l’obiettivo di implementare i sistemi informatici per la gestione dei portafogli di polizze vita. Tutti matematici o ingegneri». Sviluppata da tecnici che conoscono ogni minimo meccanismo di questo difficile mercato, la piattaforma Lifeware anticipava molto gli attuali concetti dell’as a service e non ha mai smesso di evolversi, offrendo ai suoi clienti un potente strumento gestionale attraverso un modello commerciale molto semplice: Lifeware percepisce un “fee” per ogni polizza gestita.
«La voglia di fare qualcosa di nuovo l’abbiamo sempre avuta» – ricorda Vicari. «Ma pur avendo relazioni con tanti clienti importanti, è stato difficile trovare spazi di collaborazione su prodotti sperimentali». Cinque anni fa, Lifeware decide di cogliere l’opportunità e rileva il “ramo vita” di una piccola banca luganese, dotandosi così della capacità di accedere al mercato direttamente attraverso il marchio Squarelife. «L’intero comparto assicurativo offre ampi margini di ottimizzazione attraverso la tecnologia» – aggiunge Tacconi. Penso ad aspetti come la gestione della riscossione dei premi, la distribuzione, la vendita, non certo all’altezza di quello che è stato fatto con l’e-commerce. Ma questo è solo un lato della questione. Il fatto è che oggi ci sono tante situazioni della vita che non sono facilmente protette nel sistema che conosciamo». In questo sistema, sembra dire Tacconi, un prodotto assicurativo come Turtleneck, una polizza vita con premio annuale di poche decine di euro, stipulabile online in un paio di minuti, fa la figura dell’alieno sbarcato da un’altra galassia.
Eppure, per presentare la nuova polizza di Squarelife al pubblico della Milano Digital Week, Vicari e Tacconi al posto dell’immagine di un’astronave hanno proiettato quella della cupola fiorentina del Brunelleschi (anno domini 1436). Perché? «Il concetto originario di assicurazione, intesa come fondo mutualistico, si è annebbiato nel corso del tempo, riempendosi di altri significati» – risponde Vicari. «Per arrivare a un prodotto più autentico ci siamo resi conto di dover togliere molte cose inutili, risalendo al concetto seicentesco di “tontina”: uno schema pensionistico in cui un gruppo di persone metteva del denaro che veniva reinvestito senza poter essere toccato se non alla morte di uno dei partecipanti. I sopravvissuti si suddividevano la somma rimasta». Lo stesso schema veniva utilizzato dalle maestranze che lavoravano al duomo di Firenze, a un’altezza che era causa di molti incidenti mortali. Al mattino, ciascun lavoratore contribuiva a una somma che veniva accantonata a beneficio delle famiglie degli operai che subivano un incidente e a fine giornata la somma rimasta tornava a essere suddivisa tra tutti gli altri». Turtleneck funziona esattamente così. L’assicurato indica un beneficiario, versa un premio (poniamo di cinquanta euro se ha quarant’anni) e stop. Dal quel preciso momento e per un intero anno risulta coperto e in caso di scomparsa il beneficiario riceverà il premio. Al termine di un anno, o in un qualsiasi momento successivo alla stipula, il titolare può decidere di riprendersi il premio versato, decurtato della quota parte servita a coprire i decessi eventualmente avvenuti. Se vorrà potrà rinnovare l’assicurazione per un altro anno, pagando solo l’eventuale differenza tra la somma a cui ha diritto e il premio base versato l’anno prima. «Questi premi – precisa Vicari – Squarelife non li tocca, percependo solo quel che basta a coprire i costi di gestione e l’energia consumata dai server». Il premio di Turtleneck aumenta nel caso in cui l’assicurato desidera essere coperto anche per il rischio malattia, ma lo schema di funzionamento resta lo stesso.
AGILITÀ E TRASFORMAZIONE SOCIALE
Al momento, Squarelife sta sperimentando un altro prodotto per la copertura di eventuali danni subiti nel corso di attività sportive, viaggi, brevi lavori. Una assicurazione che si accende in pochi secondi e che garantisce una copertura di pochi giorni o poche ore. In Germania, una formula abbastanza simile, messa a punto e gestita dagli esperti di Lifeware per conto della startup assicurativa GetSurance, è diventata un best-seller tra i lavoratori che vogliono tutelarsi da improvvise disabilità. Il contratto si stipula online rispondendo a poche domande. «C’è anche l’aspetto della trasformazione sociale» – osserva Tacconi. «Gli individui occupano posizioni sempre più autonome rispetto ad autorità, istituzioni, aziende e devono farsi carico personalmente della propria salute. Oggi, l’esempio tipico è il ciclista che ti porta la cena in casa: assicurarlo richiede prodotti nuovi e organizzazioni molto più flessibili». Anche una mentalità diversa e una regolamentazione più al passo coi tempi possono aiutare. In tanti altri ambiti, la tecnologia ha dimostrato di saperla lunga in fatto di agilità.