Inaz, 70 anni di innovazione. La cultura del lavoro, asset del cambiamento

Gruppo INAZ: ricavi per 45,3 milioni nel 2020, +8,6%

Linda Gilli traccia passato e presente della compagnia che ha portato la gestione del personale nell’era dell’informatica, con uno sguardo al futuro: «Dalla disruption alla costruzione di un nuovo modello di impresa»

Il mondo del lavoro sta cambiando e con esso i modi con cui analizzarlo e supportarlo. Lo sa bene Inaz che da 70 anni, compiuti proprio nel 2018, offre alle aziende la sua vasta esperienza per amministrare e gestire il personale. Per capire come il settore abbia colto il cambiamento, seguendo alcuni pillar essenziali, abbiamo fatto due chiacchiere con Linda Gilli, presidente e AD di Inaz. «L’avvento della digitalizzazione ha rotto molti equilibri in tanti contesti. Se in prima battuta ciò ha spaventato dirigenti e responsabili, in un secondo momento i benefici derivanti dalla tecnologia hanno preso il sopravvento, contribuendo a declinare nuove metodologie di approccio e di intervento. Da un lato oggi lavorare quando si è fuori dall’ufficio è più semplice, grazie alle nuove tecnologie, al cloud e alle mobile app. Dall’altro rimane centrale, almeno secondo noi, il ruolo del lavoratore, che non può essere ridotto a uno degli elementi che compongono il flusso della produttività, ma deve rimanere protagonista dello sviluppo e della crescita umana e professionale».

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

LA FLESSIBILITÀ NON PUÒ ESSERE FINE A SE STESSA

Il riferimento non è una critica alla pur eccessiva informatizzazione del business – di cui Inaz è tra i protagonisti italiani come produttore di soluzioni e servizi HR – ma una sorta di ritorno all’umanità di cui oggi, più che in passato, si sente il bisogno. L’idea di Gilli, condivisa da tanti altri soggetti che hanno passato varie ere economiche, è che la valorizzazione delle persone sia ancora il motore che fa girare l’azienda e la fa sopravvivere a lungo nel mercato. Come ci spiega: «La flessibilità è un termine interessante, ma che va contestualizzato e non isolato. Lo smart working esiste perché c’è lavoro e non il contrario, è un ambito che comunque ci coinvolge a livello normativo con la regolamentazione delle professioni e poi dei metodi con cui queste vengono svolte. Se l’obiettivo è lavorare bene allora prendiamo di buon grado tutte le innovazioni che possono agevolare il raggiungimento di tale scopo, ma non dimentichiamo la centralità dell’uomo».

Leggi anche:  Nuova bolletta: rivoluzione in arrivo

[amazon_link asins=’889175160X,8823834368,1137572590,B01K3OMO1K,147396766X,8838667802,8838786380,8899483264′ template=’ProductCarousel’ store=’dmo0e-21′ marketplace=’IT’ link_id=’8dd37cf8-3ef4-11e8-affc-fb1ee3d4886c’]

IL PERCORSO DELL’IMPRESA NELL’ERA DIGITALE

Del resto, il convegno dello scorso settembre “Il percorso dell’impresa nell’era digitale”, organizzato da Inaz proprio per fare il punto sul tema dell’innovazione in azienda, ha dimostrato che l’adozione del cloud e di infrastrutture di rete versatili rappresentano alcuni dei vettori dello svecchiamento di processi consolidati che la tecnologia rende quasi obsoleti. «L’uomo è ancora al centro delle dinamiche di lavoro ma è naturalmente circondato da una serie di oggetti connessi che lo rendono più smart, attivo e slegato dai concetti di spazio e tempo. Con le nostre soluzioni HR vogliamo valorizzare l’esperienza dei clienti sul piano della loro crescita oltre che al beneficio organizzativo e strutturale».

IL VALORE DELL’INTELLIGENZA COLLABORATIVA

Uno degli argomenti che da mesi pervade il settore delle risorse umane è “collaborazione”. Inaz si inserisce in tale filone con l’espressione “social collaboration”. «Per intelligenza collaborativa intendiamo il passaggio da una serie di professionalità verticali alle competenze orizzontali» – spiega Gilli. «Stiamo procedendo velocemente da un rapporto di lavoro di tipo verticale, nel quale ognuno dipendeva da un capo, a gruppi con conoscenze orizzontali. Il motivo è che molti ambiti organizzativi richiedono oggi know-how assenti singolarmente ma soddisfatti all’interno di cluster specifici. Mi spiego: una compagnia che necessita di conoscenze di IT, legali, di pianificazione, le ricercherà su un unico soggetto e, non trovandole, dovrà puntare su un gruppo che, alla lunga, porta risultati anche maggiori. Ciò crea dinamiche collaborative, scambio di informazioni, idee e riformulazioni. Una nuova forma di organizzazione che annulla i processi statici e di vecchio stampo a favore di una maggior chiarezza, sviluppo di nuove professionalità e competenze».

Leggi anche:  Smeup chiude il 2023 con 85 milioni di ricavi e prosegue il 2024 con la sua strategia di investimento ed espansione

Il mondo del lavoro cambia, cambiano i punti di accesso individuali e così i modi per raggiungere le informazioni. In 70 anni Inaz ha attraversato i profondi mutamenti della gestione aziendale, accompagnando le esigenze dei clienti verso tempi nuovi e nuove sfide. Per Linda Gilli, una delle più grandi soddisfazioni arriva da chi considera «Inaz un’impresa capace di creare soluzioni e servizi che possano aiutare a lavorare al meglio, valorizzando le persone, le loro capacità, liberando le loro energie. Il risultato? Il raggiungimento del bene comune. Questa visione deve guidarci anche per i prossimi settant’anni e oltre. Come sempre vogliamo essere semplificatori di innovazione, con le nostre soluzioni per il mondo HR, ma anche con tutta la voglia di scoprire insieme come migliorare l’organizzazione del domani e disegnare un nuovo modello di impresa».

[amazon_link asins=’889175160X,8823834368,1137572590,B01K3OMO1K,147396766X,8838667802,8838786380,8899483264′ template=’ProductCarousel’ store=’dmo0e-21′ marketplace=’IT’ link_id=’8dd37cf8-3ef4-11e8-affc-fb1ee3d4886c’]