La prima conseguenza delle decisioni governative anti-Cina è un ridimensionamento della forza lavoro statunitense negli uffici del gigante di Shenzen. Circa 1.200 addetti nel mirino della compagnia
Non c’è nulla di ufficiale ma la notizia riportata nei giorni scorsi da vari siti web è molto vicina alla realtà. Huawei starebbe per lasciare a casa circa 1.200 persone in vari uffici e divisioni sparse per gli Stati Uniti. Il motivo? Nessun tracollo finanziario nel paese ma una diretta conseguenza di quanto, da mesi, il governo di Washington sta facendo per creare un ban prolungato nei confronti del gigante di Shenzen.
Sappiamo infatti come Trump abbia fatto pressioni sugli operatori a stelle e strisce per eliminare uno degli smartphone di punta del gruppo dai propri cataloghi, per via dei timori di uno spionaggio cinese ai danni degli utenti e di un simile piano per impedire che Huawei costruisca il network 5G sulle infrastrutture già presenti, per favorire le telco nazionali.
Cosa succede
Secondo le indiscrezioni dunque, oltre mille dipendenti in tredici uffici e sei centri di ricerca & sviluppo sarebbero sul punto di essere licenziati, per volontà di concentrare parte della forza lavoro al di fuori degli States. La mossa è sicuramente estrema ma, col senno di poi, ovvia se si considera che con ulteriori misure gli USA potrebbero obbligare senza mezzi termini Huawei a lasciare il paese, spostando il business all’estero. Non è un caso se i probabili tagli arrivino dopo la riduzione del 2% dei collaboratori negli Stati Uniti lo scorso agosto, come primo sussulto del programma di difesa economica del governo americano.
Un colpo non solo alla produttività del gruppo ma anche all’immagine di questo verso i consumatori visto che, all’inizio di quest’anno, sei funzionari dell’intelligence, tra cui i capi della CIA, dell’FBI, dell’NSA e il direttore dell’intelligence nazionale, avevano avvertito i cittadini di non utilizzare gli smartphone di Huawei e ZTE per non cadere nelle maglie del monitoraggio digitale cinese.