Come integrare la gestione di tesorerie e pianificazione anticipata, automatizzando i processi, incrementando la qualità dei dati con una visione completa sui flussi di cassa e corporate banking
CTE Group (www.ctelift.com – www.effer.com) è uno dei principali gruppi europei nel campo del sollevamento e della movimentazione di materiali e persone. Al suo interno, operano aziende specializzate in vari settori, con esigenze spesso diverse ma che si incontrano quando si tratta di tesoreria e gestione finanziaria. Rosario Paone, CFO di CTE Group ci spiega quale soluzione ha scelto per il suo business e che risultati ha ottenuto affidandosi a un software che automatizza molti processi prima delegati a personale dedicato, con un’evidente ottimizzazione delle risorse e della qualità del dato. In particolar modo, Paone ha optato, anche nella sua carriera precedente, per DocFinance, piattaforma che si è dimostrata in grado non solo di semplificare una vasta gamma di operazioni ma anche di accompagnare i clienti verso un naturale percorso di trasformazione digitale.
Data Manager: Quali bisogni vi hanno spinto ad adottare un sistema di tesoreria?
Rosario Paone: Sono entrato in contatto con DocFinance circa 17 anni fa quando, al lavoro per un’altra azienda, ho sentito la necessità di un programma che mi supportasse nel controllo della contabilità. Dopo uno screening, la scelta è ricaduta su DocFinance, che oramai accompagna la mia crescita professionale da tempo.
Quali benefici concreti ha ottenuto con questa piattaforma?
Il Gruppo CTE, che gestisce società d’eccellenza come CTE spa ed Effer spa, con centinaia di dipendenti e un fatturato complessivo da oltre 120 milioni all’anno, ha una storia contabile stratificata, che va governata con lungimiranza. Su tali cifre bisogna spesso giocare d’anticipo per cui uno strumento che faccia sia da tesoreria che pianificazione è fondamentale. Basti pensare che al mattino, entro un’ora dal primo collegamento, DocFinance ci restituisce una conciliazione bancaria completa, al di là del numero di istituti a cui ci si è affidati. Il tutto, grazie all’operato di un solo dipendente, con la possibilità di dedicare gli altri ad attività di valore, come l’analisi dei risultati, le iniziative di miglioramento e le strategie di business.
Quali aggiornamenti si aspetta per il futuro?
Oggi, la piattaforma è un tool imprescindibile per il nostro lavoro. Si integra senza alcun problema con i gestionali interni ma forse con un grado maggiore di personalizzazione dei report si potrebbe salire al livello successivo. Penso alla creazione di query incrociate con diversi software, alla business intelligence e così via. L’importante è mantenere il carattere di standardizzazione che ci permette di accedere da terminali e luoghi differenti per compiere operazioni a 360 gradi. In quanto CFO, mi ritrovo spesso a dover gestire varie situazioni che tramite una soluzione interoperabile mi risulta più semplice portare a termine.
Quali resistenze ha incontrato nel processo di implementazione di DocFinance?
A livello tecnico davvero poche. La spiccata versatilità del prodotto consente una configurazione breve e per nulla complessa. Come in tanti altri casi, a rappresentare un certo “muro” è il retaggio culturale di ogni azienda. Al di là del progetto in sé, c’è bisogno di un’apertura mentale all’innovazione, soprattutto dal reparto IT, che deve saper trasferire ai collaboratori i vantaggi che si ottengono con introduzioni del genere. Personalmente, ho vissuto l’integrazione di DocFinance in numerosi contesti, dove mai ho riscontrato difficoltà sistemiche di sorta.
Come si aiutano le aziende a crescere e trasformarsi?
In un mondo dove è facile perdersi tra mille proposte, potersi affidare a un partner di lungo termine dona quel senso di continuità che aiuta a superare molte sfide. Quando azienda e fornitore di tecnologia procedono di pari passo, la crescita per entrambi è sostanziale e non solo in quanto a business ma come elemento di ulteriore know-how e accrescimento di conoscenza, sempre più determinante per il futuro.