Intelligenza artificiale al centro dell’evento annuale di Data Manager che riunirà la comunità IT italiana il 21 Giugno all’ UniCredit Pavilion
Artificial intelligence oltre l’hype – Quando parliamo di intelligenza artificiale non dovremmo pensare tanto a un dispositivo o a una tecnologia soltanto, quanto alla più grande riserva di capacità di problem solving (a costi accessibili) che l’umanità abbia mai conosciuto. Oggi, la tecnologia ci permette di disarticolare la capacità di essere “intelligenti” dalla capacità di svolgere un compito con successo. Ed è qui che sta la vera killer application. Ma il vero nocciolo della questione – però – è come decideremo di usarla. Se utilizzeremo l’intelligenza artificiale solo per vendere un paio di scarpe in più, non solo avremo sprecato la straordinaria opportunità di capire di più il mondo, ma avremo commesso l’errore di adattare il nostro mondo all’ambiente operativo di una macchina, e non viceversa. E il costo per scelte non fatte o fatte male sarà altissimo.
AI, che cosa significa per le aziende – Cloud, Storage, Computing, Reti, Data Center, Energy management, Social media, Smart mobility, Big Data, Predictive e Advanced Analytics, Machine Learning, IoT, Sicurezza, Data protection, Blockchain, Robotica, VR/AR, Automation, Design. Questo ecosistema di tecnologie abilita quella “cosa” che definiamo “intelligenza artificiale” e che non è rappresentata solo dalla sua capacità computazionale, ma anche dalla sua capacità di interazione con gli utenti. L’intelligenza artificiale non è una sfera di cristallo ma un processo evolutivo che poggia su tre ingredienti principali: dati, algoritmi e capacità di calcolo. Tutte le aziende che basano il loro business sulla gestione di grandi volumi di dati, possono trovare nell’AI l’opportunità di far evolvere il proprio modello di business.
Quale sarà la vera sfida – L’intelligenza artificiale pone interrogativi etici e tecnologici. Imprese, università e politica devono preparare la strada offrendo soluzioni, formando le prossime generazioni di lavoratori e governando la fase di transizione. Le previsioni sono molto polarizzate. In tutti i casi, assisteremo a un cambiamento di interfacce. Ci vuole capacità di leadership e capacità di guardare avanti, oltre i facili obiettivi di breve termine. E per fare tutto questo occorre una classe nuova di manager, pure loro “cognitivi”, capaci cioè di utilizzare la conoscenza per decidere attraverso percorsi fra loro interconnessi. In questo senso, occorre una conoscenza veramente “deep” della realtà, capace di produrre una visione aperta e sostenibile dello sviluppo. Una visione compiutamente umana e che – forse proprio per questo – ha bisogno dell’intelligenza di una macchina per essere pienamente realizzata.
L’evento sarà anche l’occasione per premiare i progetti più innovativi realizzati in Italia con il WeChangeIT Award, giunto alla sua seconda edizione
L’agenda completa, con la descrizione dei tre panel di discussione, è disponibile a questo link mentre da qui è già possibile registrarsi (posti limitati)
Perchè partecipare a WeChangeIT Forum 2018
Perché l’innovazione non è solo tecnologica, ma parte dalle idee e riguarda le persone. Per condividere e scambiare esperienze e visioni. Per aumentare la competitività anche attraverso il confronto. Per mettere in circolo idee e buone pratiche. Per fare rete con i responsabili dei processi decisionali in azienda. Per essere parte del dibattito nella business community. Perché l’informatica cognitiva è uno spostamento tettonico che scuote il mondo del lavoro e i modelli di sviluppo, fuori e dentro le imprese. Perché i dati raccontano la nostra vita, i nostri desideri, la nostra identità. Perché quando il computer ci parla e ci risponde con linguaggio naturale, il digital divide si annulla. Perché governi e aziende si stanno preparando per affrontare la sfida dell’intelligenza artificiale. Perché in Italia, tutti ne parlano, ma non esiste una strategia chiara e condivisa. Perché l’intelligenza artificiale scarica a terra il potenziale di applicazioni dalle infinite possibilità. Perché la priorità dell’occupazione, la sfida dell’automazione, l’imperativo del cambiamento interrogano la politica a tutti i livelli decisionali. Perché imprese e università sono chiamate a preparare la strada per governare il passaggio da un paradigma all’altro.
Ecco le testimonianze di alcuni partecipanti alla scorsa edizione
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