L’operatore statunitense anticipa i tempi, spiegando che la costruzione della sua rete procede senza intoppi. Insieme ad AT&T e Sprint diffonderà il 5G lungo gli States
Saranno New York, Los Angeles, Dallas e Las Vegas le prime città a supportare il 5G entro la fine dell’anno. Lo ha rivelato l’operazione nazionale T-Mobile, che al Mobile World Congress di Barcellona ha delineato i piani futuri dello sviluppo del network di nuova generazione. Come era logico aspettarsi, il 5G arriverà prima nelle grandi metropoli, ovvero dove la densità di popolazione, e dunque di tester, è più ampia. “Il passaggio allo standard è fondamentale per spingere l’innovazione – ha spiegato Neville Ray, CTO del gruppo – ma non possiamo abilitarlo ovunque in tempi brevi, serve una pianificazione incrementale.
Stando a quanto affermato, T-Mobile userà onde millimetriche, più veloci ma a corto raggio, insieme a reti LTE esistenti per consentire agli utenti di adattarsi al passaggio senza grossi intoppi. Probabilmente, una volta operativa, la medesima infrastruttura che ospita il 5G coabiterà con le tecnologie inferiori, per non creare numerose architetture, problematiche sia dal punto di vista architettonico che ambientale.
30 città negli USA
Come detto, le prime città a ospitare il 5G saranno sul suolo statunitense, e così le altre che arriveranno nel corso dell’anno, fino al numero di 30, servite dall’operatore. Al fianco di queste almeno un’altra ventina supportate dalle telco concorrenti, AT&T e Sprint che, in tempi non sospetti, avevano comunicato di poter dare uno slancio importante ai lavori già nel 2018. Cosa cambierà per i consumatori nei prossimi mesi? Nulla, almeno nell’immediato. Per connettersi al 5G servono ovviamente dispositivi con modem adatti, che non saranno sul mercato prima dell’inizio del 2019, anche se una disponibilità maggiore si avrà più in là, nel pieno del nuovo anno. A quel punto, anche l’Italia dovrebbe contare un po’ di reti, almeno nei grandi centri lungo tutto lo stivale.