Il progetto di Elon Musk per rimbalzare il segnale internet sulla Terra ha preso ufficialmente il via con il lancio di Tintin A e Tintin B
La connessione internet che arriva dai satelliti nell’orbita terrestre non è una novità. Nel corso degli anni la soluzione non ha preso molto piede per un paio di motivi. Il primo è legato ai costi: realizzare e inviare nello Spazio i ripetitori non è cosa da tutti i giorni e richiede investimenti importanti. Il secondo: a causa delle numerose interferenze, il segnale non è sempre ottimale, anzi spesso degrada concretamente rispetto alle velocità di banda tradizionali. Elon Musk ha intenzione di rivoluzionare un contesto del genere. Lo aveva annunciato mesi fa e ora il suo progetto è entrato nel vivo. Con un paio di satelliti, chiamati Tintin A e Tintin B, l’imprenditore ha dato il via alla sua colonizzazione dell’orbita intorno alla Terra, dove ha intenzione di creare una flotta di piccole antenne stazionarie che diffondono internet ai cittadini in tutto il mondo.
Cosa cambia
La differenza con i satelliti preesistenti è principalmente numerica. Quelli della SpaceX andranno a formare una famiglia di ripetitori che non solo acquisiscono il collegamento dalle stazioni terrestri per poi rimbalzarlo a terra ma comunicano tra di loro per rafforzarlo, così da evitare il degrado causato dalle interferenze dovute ad altri satelliti e sistemi già presenti nello Spazio.
Tra il 2019 e il 2024, SpaceX prevede di lanciare centinaia di antennine che, molto probabilmente, serviranno anche per tenere online gli astronauti in viaggio verso Marte. In questo modo Musk creerà una rete di connettività estesa e potenzialmente senza limiti all’interno della nostra orbita. Al momento, i due satelliti Starlink spediti con un razzo Falcon 9, verranno utilizzati in modalità di test, per capire quanto effettivamente siano utili allo scopo finale della compagnia.
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