PTC, fisico e digitale sempre più uniti

In scena al PTC Executive Exchange la trasformazione digitale nel manifatturiero, vista dagli occhi di tre aziende italiane molto attive sul fronte della convergenza tra fisico e digitale

Perché la digital transformation? Perché adesso? E come? Domande più che legittime, visto che oggi di trasformazione digitale si parla tanto. Talvolta forse troppo. A fare il punto della situazione, soprattutto dal lato manifatturiero, ci ha pensato PTC. Ai primi di marzo, la filiale italiana della società che sta cambiando i paradigmi dello sviluppo prodotto ha organizzato l’evento PTC Executive Exchange, riunendo negli spazi Museo Alfa Romeo di Arese, alle porte di Milano, tre aziende italiane molto attive sul fronte della convergenza tra fisico e digitale, per un confronto stimolato dalle considerazioni di Jacopo Piccolo Brunelli del Boston Consulting Group. Che ha sottolineato come la trasformazione digitale non possa prescindere, oltre ovviamente alla tecnologia che è un abilitatore, anche da un approccio olistico che comporta sia l’avere una vision sia la realizzazione di una foundation che comprende strutture e processi, persone, dati, e infine l’ecosistema dei partner.

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Crescita a due cifre

Stefano Rinaldi, Senior Vice President & General Manager Western Europe di PTC, ha sottolineato l’ottimo andamento della società, che ha appena chiuso un primo trimestre dell’anno fiscale con crescita in doppia cifra, grazie anche al fatto che “nell’area Western Europe abbiamo avuto successo su tutte le linee di prodotto, testimoniato anche dall’importante accordo con BMW annunciato a fine gennaio”. Il gruppo automobilistico bavarese ha infatti scelto Windchill come struttura portante del PLM che gestisce la distinta base di produzione e approvvigionamento, ponendosi come l’abilitatore della configurazione e il rilascio globale delle automobili in produzione. Non solo: il colosso con sede a Monaco di Baviera ha adottato anche una soluzione basata su ThingWorx Navigate, per supportare la pianificazione della produzione e accorciare il time to market complessivo.

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Percorso di trasformazione

Tornando all’andamento di PTC, “non è solo la capacità di acquisire quote di mercato che rafforza la nostra solidità”, ha proseguito Rinaldi, spiegando che “anche noi provider tecnologici abbiamo iniziato un percorso di trasformazione, con l’acquisizione di nuove tecnologie, come ThingWorx a fine 2013, che ha complementato l’innovazione sulle tecnologie core. Grazie a questo, oggi siamo gli unici che riescono a far convergere il mondo digitale con il mondo fisico, come è rappresentato anche dal nostro logo, dove la P di phisical e la D di digital si intrecciano a simboleggiare graficamente la nuova era dello sviluppo prodotto”.

Due esempi

Daniele Ceccarini, Group Technical Director di Celli Group, azienda romagnola con una posizione di preminenza nel comparto degli impianti e degli accessori per la spillatura della birra, ha raccontato come la digitalizzazione abbia consentito di costruire servizi e valore sul prodotto fisico, grazie anche all’utilizzo di ThingWorx, la soluzione di PTC per l’Internet of Things. Saverio Gellini, CEO e General Manager di Mandelli Sistemi, azienda piacentina con più di ottant’anni di storia nell’ambito delle macchine utensili, ha spiegato come la società abbia puntato sulla realtà aumentata nella progettazione e su quella che ha definito “anticipatività”, fornendo grazie a PTC un servizio di manutenzione predittiva ai clienti, con una componente digitale aggiuntiva per il monitoraggio delle macchine che però non intacca la privacy delle aziende.

Modelli innovativi

Un altro esempio eccellente di connubio vincente tra fisico e digitale è quello di Dallara, costruttore di automobili da corsa con sede alle porte di Parma, che ha presentato poche settimane fa la sua prima auto stradale. Proprio quest’ultima, che si chiama semplicemente Dallara Stradale, “è un simbolo di come la trasformazione digitale favorisca nuovi modelli di business”, ha spiegato Andrea Pontremoli, Ceo e General Manager della società fondata da Gian Paolo Dallara, l’autore di capolavori senza tempo come la Lamborghini Miura. “Dallara Automobili è partner di PTC da decine d’anni”, ha proseguito Pontremoli, avvertendo però che “non è sufficiente che io usi il CAD, perché anche i nostri fornitori devono utilizzarlo. È anche per questo che abbiamo creato iniziative per insegnare il CAD a tutti, con i primi corsi effettuati otto anni fa a Fornovo, alle porte di Parma. Oggi escono circa 300 persone all’anno, perfettamente formate, che trovano subito impiego presso di noi e anche da clienti, fornitori e partner”.

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Nuovi paradigmi

Ma la digital transformation ha anche altri risvolti: secondo Pontremoli, “la trasformazione ha cambiato il concetto stesso di azienda, rendendo non più sufficiente essere competitivi come singola azienda, ma imponendo di guardare al territorio o al distretto. Però oggi il mondo digitale ci dà una grossa mano per collegarci e fare sistema”. Non solo: la trasformazione ha cambiato anche molti paradigmi, come “il modo di fare un’automobile, dove conta sempre di più la parte digitale, che richiede la presenza crescente di ingegneri elettronici, che però non sanno molto di auto. È per questo che, in collaborazione con le quattro università dell’Emilia Romagna, abbiamo istituito il nuovo corso di laurea in “Compumotive”, che unisce le competenze automobilistiche con quelle dei computer, un po’ come il mio curriculum, che unisce 27 anni di esperienza in IBM a 10 in Dallara”, conclude sornione Andrea Pontremoli.