Il sistema operativo casalingo non è morto anzi è di nuovo al centro dei progetti multimediali dell’azienda coreana
C’è stato un momento in cui sembrava che webOS potesse davvero dare del filo da torcere a Apple e Microsoft. Nel 2010, il sistema operativo acquisito da HP, dopo l’integrazione di Palm (da cui proveniva), prometteva di rivoluzionare l’interfaccia grafica degli smartphone. Purtroppo, a seguito del crescente successo di Android, le mire di conquista affondarono quasi subito, fino a quando la compagnia decise di disfarsi completamente del software, vendendolo a LG. La coreana ha seguito una strategia del tutto logica, destinando l’OS al comparto televisivo, senza sprecare energie in un settore, quello dei telefonini, dove francamente la partita sarebbe stata persa in partenza. Oggi LG fa un passo ulteriore verso la crescita del progetto, presentando webOS Open Source Edition.
Di cosa si tratta
L’idea è quella di seguire un po’ le orme di Samsung che ha trasformato il suo Tizen in una piattaforma di tutto rispetto nel mondo della tecnologia indossabile, TV e IoT in generale. Per questo LG sta collaborando con la National IT Industry Promotion Agency sudcoreana, ovvero la NIPA, per incoraggiare startup e sviluppatori a creare le proprie app per webOS, interoperabili e destinate a vari dispositivi. La difficoltà al momento è che l’azienda ha in catalogo principalmente smart TV e qualche altro elettrodomestico potenziato dal software ma nulla che sia davvero commerciale.
L’apertura al variegato universo dei dev potrebbe essere dunque un preludio all’arrivo di una vasta flotta di prodotti hi-tech, a partire proprio dagli orologi, pronti ad abbandonare Android Wear a favore del sistema casalingo. Per avere più informazioni su webOS Open Source Edition basta fare una capatina sul sito ufficiale del progetto.