Il nuovo chip di Samsung integra un’area per la AI che promette di aumentare le capacità computazionali degli smartphone non top di gamma
La vera rivoluzione è dietro l’angolo. Quando anche gli smartphone più economici potranno ospitare processori di nuova generazione allora davvero l’Intelligenza Artificiale potrà innalzare il livello di interazione a beneficio di una larga fetta di consumatori. Oggi i telefonini dotati di un processore AI sono pochi: l’iPhone X, il Mate 10 Pro, il Galaxy S9 e l’Honor View 10.
Molti altri arriveranno nel corso del 2018 e si piazzeranno nella fascia alta del mercato. Tuttavia proprio Samsung ha intenzione di far scoprire cosa vuol dire essere accompagnati da un dispositivo più avanzato dotando anche le proposte più economiche di soluzioni innovative, capace di effettuare calcoli computazionali ulteriori, grazie a chip potenti e futuristici. Il tutto però conservando un cartellini che non spaventa i consumatori, anzi che li incoraggi a passare a un device migliore.
Come sarà possibile
Tutto passa per l’Exynos 7 9610, il chip casalingo che Samsung ha appena svelato e che punta proprio ai terminali di fascia media. Costruito con un processo a 10 nanometri FinFET, il SoC è un octa-core con quattro Cortex-A173 da 2,3 Ghz e quattro A53 a 1,6 Ghz, che entrano in gioco per app e operazioni dalle richieste energetiche limitate. Sul fronte grafico, c’è la seconda famiglia di ARM Mali-G72 basata su architettura Bitfrost, che promette migliori performance e prestazioni ottimizzate.
Quello che cambia è la presenza di un’area dedicata alle operazioni di riconoscimento visivo che, oltre ad abilitare funzioni premium come lo slow-mo, dovrebbero consentire anche di attivare interessanti modalità di interazione con l’ambiente circostante, ad esempio Bixby Vision, focalizzata sulle capacità di analisi della AI. Non sappiamo ancora dove l’Exynos 7 9610 troverà spazio, probabilmente sulla prossima flotta di Galaxy A, da presentare più in là nel corso dell’anno.