Entro il 2019, l’esigenza di maggiore agilità ed efficienza spingerà le aziende che si stanno trasformando digitalmente a migrare oltre il 50% della propria infrastruttura IT a un modello software-defined, prevede IDC. Il 21 marzo a Milano l’IDC Software-Defined Everything Conference 2018
La rivoluzione digitale sta obbligando le imprese a cambiare il modo di concepire l’IT aziendale, modernizzando l’infrastruttura, realizzando un’organizzazione data-centrica ed erogando servizi IT più flessibili. Un nuovo approccio all’architettura IT aziendale sta quindi emergendo come indispensabile, per tenere il passo con il crescente volume delle informazioni da elaborare e per aumentare l’efficienza delle risorse infrastrutturali e il loro grado di orchestrazione. Il tutto per gettare le basi di una vera e propria azienda multicloud-ready.
Entro il 2019, l’esigenza di maggiore agilità, efficienza e integrazione spingerà le aziende che si stanno trasformando digitalmente a migrare oltre il 50% della propria infrastruttura IT (centrale e periferica) a un modello software-defined, prevede IDC.
Se le tradizionali architetture data center si sono rivelate adeguate fino a qualche tempo fa per gestire ambienti on-premise caratterizzati da applicazioni client/server, storage fisico e reti on-site, le cose sono sensibilmente cambiate con l’avvento delle nuove generazioni di applicazioni che – risultando virtualizzate, containerizzate o basate su cloud – richiedono maggiore agilità, automazione e gestibilità. Da silos di tecnologie e processi si sta quindi passando a sistemi convergenti e ambienti cloud ibridi disegnati per scalare sia verso l’alto sia orizzontalmente per supportare nuovi workload e garantire più controllo e flessibilità, senza impattare sui costi.
Per fare ciò, tutti gli elementi principali dell’infrastruttura – dalle componenti di elaborazione allo storage, dal networking alle reti geografiche – vengono astratti e distribuiti sotto forma di software automatizzato basato su policy. Potenzialmente, tutta l’infrastruttura IT aziendale – in primis il data center – può essere virtualizzata e quindi fornita come un servizio, realizzando così la promessa del software-defined everything (SDX) e del multicloud.
Astraendo e virtualizzando non più soltanto le risorse computazionali ma anche le componenti di storage, networking e sicurezza, le tecnologie software-defined offrono ai CIO più controllo e affidabilità, minor tempo di deployment delle applicazioni, semplificazione delle operazioni, e infine una riduzione dei costi (Capex ed Opex) grazie ad hardware più standard.
IDC si aspetta che il modello SDX diventerà lo standard de facto per le infrastrutture IT e per il disegno, rilascio e consumo dei dati. Già nel corso del 2018, prevede IDC, il 75% dei nuovi acquisti in ambito data center sarà proprio influenzato dalle tecnologie software-defined.
Verso l’azienda multicloud-ready è il sottotitolo dell’IDC Software-Defined Everything Conference 2018 che IDC Italia organizza il 21 marzo a Milano, presso l’Hotel Melià, per esplorare in che modo automazione, virtualizzazione, ottimizzazione delle infrastrutture ICT cambiano il modo di lavorare, abilitano nuovi modelli operativi e sostengono la competitività delle imprese che devono adattarsi a cambiamenti continui.
CIO di importanti aziende italiane porteranno la loro testimonianza insieme agli analisti di IDC e ai principali vendor impegnati su questo fronte. “Le aziende dovranno presto rendere più snelle le loro reti, affrontare nuove problematiche di sicurezza e far crescere le loro infrastrutture tecnologiche per poter continuare a essere parte dell’economia digitale”, sottolinea Daniela Rao, senior director research and consulting di IDC Italia.