Nintendo Switch può ospitare Linux

Gli hacker hanno violato la console ibrida tramite un bug del processore Tegra X1 che ha permesso di caricare una ROM del pinguino open source

Usare Linux su una Switch può essere affascinante, oltre che utile. Il primo passo è stato compiuto dagli hacker del gruppo fail0verflow, che sono riusciti a valicare le difese dell’OS montato a bordo della console da Nintendo sfruttando un bug a livello hardware. Il processore interno, l’Nvidia Tegra X1, soffre infatti di un buco nei processi di boot che, anche in assenza di dettagli specifici, sembra permettere l’installazione di un sistema alternativo. Il tutto non avviene in automatico ma in una sorta di modalità dual dove, prima del caricamento originale si passa al secondario di Linux, con vantaggi e rischi. Si, perché dipendendo dalla struttura del SoC, non vi è patch o fix a cui Nvidia e Nintendo possano lavorare per tappare la falla, con la possibilità che malintenzionati la sfruttino per le loro infime operazioni di hacking.

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Mondo pirata

Anche ancora nessuno ha sfruttato il bug del Tegra, la violazione apre a vasti scenari di piracy del software di bordo. Nintendo ha da sempre combattuto la pirateria utilizzando cartucce proprietarie e giochi con DRM molto restrittive. Eppure, trattandosi di un ambiente digitale, potrebbe bastare per aggirare le certificazioni che entrano in ballo quando c’è da far partire un videogame. La compagnia giapponese, che proprio grazie alla Switch si è rimessa in carreggiata nel complesso mondo del gaming, non sarà di certo contenta della scoperta dei fail0verflow che, c’è da dire, non hanno spiegato in che modo sono riusciti a bucare il bootloader della console, probabilmente con l’intento di contrattare le informazioni sul loro lavoro con la multinazionale.

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