Sfumati nel nulla i risparmi in valuta Nano, una piccola moneta già conosciuta come RaiBlocks. Nessun rimborso previsto per i clienti di Francesco Firano
Per la seconda volta dall’inizio del 2018 (e siamo ancora a febbraio), un servizio di scambio di criptovaluta perde un bel po’ di soldini. Nel caso di BitGrail, l’interesse è maggiore perché si tratta di un’agenzia al 100% italiana. A fondarla è stato Francesco Firano, conosciuto online come The Bomber, che ha annunciato su Twitter il furto da parte degli hacker di circa 170 milioni di dollari. La moneta in questione è sotto forma di Nano, già conosciuta in passato come RaiBlocks. Dopo il buco accusato dalla giapponese Coincheck, pari a circa 534 milioni di dollari, quello di BitGrail è il più rilevante nel mondo delle criptocurrency, almeno in questa prima parte dell’anno.
Cosa è successo
Stando alla compagnia, alla base del furto ci sarebbe un errore del software, tale da aver permesso a terzi di intrufolarsi nei sistemi e sottrarre l’ingente cifra. Secondo quanto riporta il sito Engadget, il CEO di BitGrail avrebbe anche tentato di nascondere la perdita nei documenti, molto difficile vista la somma. Eppure le procedure per partecipare alle attività di exchange dell’italiana erano (sono) molto ferree: dopo essersi registrati c’è da attendere la validazione da parte del team, che può arrivare anche dopo mesi. Ma ora proprio tra il team e Firano è guerra: i primi dicono che il loro capo ha nascosto per un lungo periodo il fattaccio della violazione, il secondo accusa i collaboratori di aver pubblicato parte del core della struttura, così da aver compromesso le indagini. Intanto nessun risparmiatore rivedrà indietro i propri soldi, come annunciato sul web dallo stesso Bomber.