Gli agenti della Repubblica Popolare indossano speciali visori smart con cui effettuano una scansione facciale degli individui a scopo di prevenzione e sicurezza
Spesso gli organi militari sperimentano le nuove tecnologie prima dei consumatori. Internet è nata così, come anche la realtà virtuale e la stampa 3D. Se siete nostalgici delle potenzialità insite nei Google Glass, vi basti sapere che in Cina c’è chi li usa, o almeno chi da questi ha preso spunto per un utilizzo corporate molto futuristico. La polizia della Repubblica Popolare sta fornendo i suoi agenti di speciali occhialini connessi, che possono fare ben altro che navigare semplicemente su internet.
Al loro interno infatti c’è una fotocamera per la scansione del volto, usata solo in caso di sicurezza e controllo. L’idea è questa: quando le forze dell’ordine vogliono approfondire la conoscenza di un individuo, lo fermano e in pochi secondi ne riprendono il viso: se tutto procede senza intoppi i viaggiatori in aeroporto o nelle stazioni possono proseguire nel loro viaggio, altrimenti si procede con ulteriori indagini.
Strumento potente
Secondo la polizia locale, i cui dati sono stati ripresi dal sito People’s Daily, il sistema avrebbe permesso di scovare sette persone coinvolte in casi criminali e ben ventisei che viaggiavano con documenti di identità falsi. Gli occhialini, sviluppati dalla cinese LLVision Technology, sono connessi a un database di oltre 10 mila cittadini, con un tempo di riconoscimento di circa 100 millisecondi per ogni test. A quanto pare, una simile velocità è raggiunta dal fatto che l’archivio è salvato in locale, in una sorta di smartphone collegato agli occhiali, e non ospitato da qualche parte nel cloud.
Un dispositivo potente che, visto l’obiettivo del governo di scannerizzare tutti i residenti, circa 1,3 miliardi di uomini, donne e bambini, potrebbe diventare una delle più grandi minacce alla privacy di questo mondo. Ma del resto si sa, in Cina i diritti degli individui vengono spesso sottovalutati.