Google porta Uber in tribunale per le self driving car

uber

Inizia questa settimana il processo che vede coinvolte Waymo e Uber. La prima accusa la seconda di averle sottratto documenti segreti con la complicità di un suo ex dipendente

Nella diatriba che vede coinvolte Uber e Google, dalle parole si è passati alle aule di tribunale. Questa settimana si terrà il processo che deciderà se effettivamente l’app di ride sharing si è avvantaggiata su Big G nello sviluppo di sistemi di guida autonoma per il trasporto pubblico sfruttando informazioni segrete sottratte dall’ex dipendente di Mountain View, Anthony Levandowski. Il querelante in realtà non è propriamente Google ma Waymo, azienda nata in seno ai laboratori X che si occupa proprio di self driving car. Quest’ultima ha chiesto un risarcimento di 1 miliardo di dollari (all’inizio dovevano essere 2 miliardi) e per garantire l’imparzialità del giudizio ai giurati è stato chiesto se conoscono driver di Uber e Lyft o tassisti. Il verdetto dovrebbe arrivare entro l’inizio di marzo.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

La vicenda è iniziata quando Anthony Levandowski, fondatore di una religione che venera l’intelligenza artificiale, ha lasciato Google per fondare la sua startup Otto dedicata allo sviluppo di sistemi di guida autonoma per mezzi pesanti. Poco tempo dopo, l’azienda è stata acquisita da Uber che avrebbe messo le mani anche su alcuni documenti segreti rubati dai laboratori di Waymo. Non solo, la società fondata da Travis Kalanick avrebbe anche creato un apposito team di spie per ottenere informazioni sui concorrenti. La posizione di Levandowski, che è stato licenziato a maggio dall’app di San Francisco, sembra comunque piuttosto colpevole dato che non solo non ha partecipato all’indagine interna promossa da Uber ma anche deciso che non testimonierà al processo.

Leggi anche:  Digital Sustainability Day, due Italie a confronto

La sfida tra le due aziende non corre comunque solo nelle aule di tribunale. Waymo sta sperimentando i suoi taxi senza conducente da diverso tempo e grazie all’accordo con Fca prevede di espandere ulteriormente i test. Uber dal canto suo ha stretto una partnership con Volvo per la fornitura di veicoli adatti ai suoi sistemi e prevede di lanciare il proprio servizio di trasporto entro l’anno prossimo.