Il nuovo stabilimento di Vellezzo Bellini all’avanguardia nel gruppo: “Vince chi sa unire tradizione e innovazione”
“Fino a tredici mesi fa, qui era solo prato verde. Tra l’ottobre 2016 e il novembre 2017 abbiamo costruito uno stabilimento nuovo, con 20.000 metri quadrati di superficie coperta. E’ la nostra prima fabbrica 4.0, ispirata ai principi della produzione di nuova generazione”. Parola di Pasquale Zumbo, Direttore delle Operations, che incontriamo recandoci in visita a quello che può essere definito il progetto pilota di Galbusera, in località Vellezzo Bellini alle porte di Pavia. Lo accompagnano Franco Ronconi, Responsabile del settore tecnico, e Carlo Colombo, Direttore dello stabilimento. “Se la sperimentazione che stiamo conducendo qui avrà successo, non vedo il motivo per cui non debba essere adottata su più larga scala all’interno del gruppo”. Zumbo si riferisce all’automazione che ormai sta entrando anche in una delle aziende più blasonate del food italiano. “Ma non bisogna lanciare allarmismi. Da noi l’automazione serve ad aiutare l’uomo, non a sostituirlo. Il tocco inimitabile dei maestri della tradizione deve restare invariato e unirsi al meglio che l’innovazione sa offrire”, sottolinea Zumbo. A Vellezzo Bellini sono in funzione due linee produttive e a breve ne verrà attivata anche una terza: in totale da qui usciranno panettoni di Natale e colombe di Pasqua, insieme a prodotti lievitati e torte. Nel 2014 Galbusera ha acquisito il marchio Tre Marie e la strategia di mercato ha reso necessario aprire questo nuovo stabilimento. Vi è una scelta industriale di fondo dietro all’orientamento in direzione della fabbrica di nuova generazione in Galbusera.
“Vogliamo mantenere e garantire la produzione tradizionale, che significa essenzialmente qualità del prodotto, e su questa base innestare il confezionamento robotizzato e il controllo di processo in ogni sua fase, grazie alle possibilità offerte dal digitale”, sottolinea Colombo. In questo modo viene mantenuto e valorizzato il sapere artigianale sul quale Galbusera ha costruito tutto il suo successo: i sistemi d’impasto, la lievitazione, i tempi di lavorazione e di cottura, la bontà delle ricette, che nessuna macchina potrà mai sostituire. Il nuovo sistema ha messo in campo un primo livello d’automazione: ogni impianto ha un pannello di controllo per l’operatore – un’interfaccia user-friendly che non esclude l’intervento umano ma al contrario lo facilita, in caso di necessità. A questo si aggiunge un secondo livello, che rappresenta una vera sfida per Galbusera: l’introduzione del supervisore, un software che distribuisce il programma di produzione agli impianti. “In questo modo, se devo produrre ad esempio la nostra colomba BiancoRubino, il supervisore attiva il processo. Trasmette le indicazioni sulla ricetta, specifica la quantità di materie prime da dosare e permette di tenere traccia delle informazioni fondamentali lungo tutte le fasi del processo”. Informatizzare e automatizzare i processi in una fabbrica significa anche rendere tracciabile ogni lotto di prodotto. Il sistema registra i dati sulla cottura delle materie prime, la temperatura, i dosaggi e parametri tecnici come la quantità di energia impiegata dai macchinari. L’operatore è in grado di correggere le curve di cottura se necessario, e a lui spetta dare conferma al sistema per ogni fase di lavorazione.
“Occorrono circa 72 ore di lavorazione dall’impasto al confezionamento, spiega Ronconi. I fornitori ai quali ci affidiamo procurano sia i macchinari che le soluzioni software. Nel nostro caso, avevamo bisogno di software customizzati sulle nostre esigenze”. La tracciabilità, di cui si sente sempre più spesso parlare nel Food&Beverage, che è sempre stata considerata in Galbusera sia come garanzia a tutela del consumatore, sia come preziosa informazione per capire se un prodotto ha un problema o se vi sono state anomalie in un processo, è ancor più garantita con il nuovo software 4.0. “Il supervisore – chiarisce Colombo – invia alert e notifiche in caso di criticità, permette di seguire in ogni dettaglio l’andamento dei processi di produzione, elabora le informazioni di reportistica e permette di effettuare interventi di manutenzione predittiva”. Una delle sfide più importanti quando si affronta un cambiamento in azienda è di far percepire il valore della soluzione a chi dovrà usare il software tutti i giorni. “Ma non ci sono stati problemi particolari in questo caso: abbiamo realizzato un piano di affiancamento degli operai, degli impastatori e dei tecnici nelle fasi preliminari dell’installazione, coinvolgendo le figure chiave in questo processo. E l’elemento d’innovazione è piaciuto, il software è user-friendly, semplice da usare e disponibile anche su device mobili. Inoltre, la possibilità di visualizzare tutta la linea completa su un unico pannello ha suscitato forte interesse negli operatori. Anche grazie a queste componenti estetiche, il progetto è stato un successo”, conclude Zumbo.
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