HTC avvia la distribuzione in Oriente del visore indipendente in attesa di un lancio definitivo in Europa e Stati Uniti
Sono molte le aspettative che circondano il Vive Focus, primo visore per la realtà virtuale della compagnia di Taiwan totalmente indipendente. A differenza dei classici HTC Vive, che come i concorrenti Oculus necessitano di una macchina agganciata per funzionare, i Focus hanno al loro interno tutto quello che serve per far partire applicazioni e giochi in 3D.
Non solo il processore si intenda ma anche una serie di sensori che sul modello di qualche anno fa vanno piazzati in giro per la stanza, così da trasmettere la posizione degli utenti e la loro declinazione tridimensionale. Certo, questo si traduce in una maggiore versatilità ma anche in un impatto emozionale ancora qualitativamente migliorabile, almeno stando alle sommarie indicazioni basate sull’hardware a disposizione.
Ibrido vincente
C’è poco da dire: un processore montato nella plancia non può ancora competere con un cervello di un computer domestico, fosse solo per la necessità di dissipare tutto il calore dovuto a riprodurre gli ambienti virtuali. Ad ogni modo, Vive Focus si pone come l’attuale miglior ibrido a disposizione dei consumatori. Il dispositivo è a metà strada tra i visori cablati e le offerte più economiche, Gear VR e Google Daydream in primis. Il problema principale è che il prezzo è ancora troppo fuori mercato: 625 dollari, decisamente di più di quanto richiesto per portarsi a casa un Vive tradizionale, seppur con il bisogno di costruirci attorno un PC con i fiocchi.
Staremo a vedere come si comporteranno gli utenti cinesi che, più degli occidentali, sono inclini a spendere per oggetti hi-tech innovativi, soprattutto quando si tratta di tuffarsi dentro rappresentazioni grafiche in tre dimensioni. Il lancio in Europa e negli USA dovrebbe avvenire più in là nel corso dell’anno.