Spectre: il fix riduce del 41% le performance di iPhone 6

Le conseguenze delle patch colpiscono anche il settore mobile, con i dispositivi meno recenti che soffrono nelle prestazioni quotidiane

Da un lato Spectre, dall’altro il battery-gate. Apple non sta vivendo un momento facilissimo della propria storia, a causa di fattori interni ed esterni. Il primo riguarda il conosciuto rallentamento degli iDevice meno recenti, voluto dalla stessa azienda per gestire meglio il consumo di batteria su hardware spremuto per bene. Il secondo interessa più in generale tutti i marchingegni elettronici che montano un processore Intel, AMD o ARM, per via degli exploit denominati Spectre e Meltdown. Per far fronte all’emergenza resa nota dal team Project Zero di Google, i principali produttori (hardware e software) stanno rilasciando fix a riguardo, intesi a chiudere agli occhi di indiscretti i dati conservati nella memoria condivisa durante alcune operazioni di ottimizzazione delle richieste di sistema. Tra questi c’è anche Apple, che con iOS 11.2.2 ha mitigato in particolar modo i rischi dovuti a Spectre.

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Cosa succede

Quello che gli esperti di sicurezza paventavano si sta lentamente verificando. All’installazione delle patch su computer, smartphone e tablet, c’è la possibilità che i terminali vadano più lenti, proprio a causa della chiusura dei tre exploit e del non utilizzo della speculative execution, che velocizza le operazioni della CPU. Alcuni ricercatori si sono concentrati sull’iPhone: a seguito di primarie analisi, hanno riscontrato un calo del 41% delle prestazioni del processore A8 a bordo di iPhone 6, su core singole, come in modalità multi-core il rallentamento è pari al 39%.

I test sono stati effettuati su un esemplare di iPhone 6 mentre sui più recenti iPhone 7 e 8 le conseguenze potrebbero essere minori. A quanto pare, non si tratta solo di benchmark a scopo tecnico. Nell’utilizzo quotidiano, l’esperienza più visivamente colpita è quella della navigazione web, dove i browser sembrano soffrire parecchio i siti compilati con moduli HTML5 Parse e DOM, con una diminuzione in media del 50% nella risposta agli utenti.

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