Rupert Murdoch, fondatore di News Corporation, ritiene che aziende come Facebook e Google dovrebbero premiare gli editori virtuosi e affidabili se vogliono sconfiggere le fake news
E’ evidente che il mondo dell’informazione online ha un problema con le fake news. Bufale e false informazioni sono all’ordine del giorno e come ha dimostrato il caso Russiagate sono in grado di influenzare l’opinione pubblica come mai prima d’ora. Persino l’Unione Europea ha creato un team apposito che realizzerà strumenti unificati a livello continentale per ridurre il problema in vista delle elezioni che si terranno in molti Paesi. Anche le grandi aziende del web come Google e Facebook si sono messe in moto per ridurre la diffusione di fake news ma secondo il magnate delle telecomunicazioni, Rupert Murdoch, non stanno facendo abbastanza.
“Facebook e Google hanno hanno reso popolari fonti di informazione scurrili tramite algoritmi redditizi per le loro piattaforme ma inaffidabili. Riconoscere questo problema è un passo verso la cura, ma i rimedi proposti finora dalle società sono inadeguati, dal punto di vista commerciale, sociale e giornalistico”, ha dichiarato Murdoch in una nota. Il numero uno di News Corporation ritiene che i colossi del web debbano pagare gli editori affidabili e verificati ma sottolinea di non aver “ancora visto una proposta che riconosca veramente l’investimento e il valore sociale del giornalismo professionale”. Facebook ha ad esempio introdotto un sistema di paywall sugli articoli ma per Murdoch questo non è sufficiente.
L’imprenditore di origine australiana afferma che seguirà da vicino la nuova strategia adottata dal social network ma “c’è una mancanza di trasparenza che dovrebbe preoccupare gli editori”. La sua opinione è che l’azienda di Menlo Park debba “pagare una tariffa simile a quella delle società via cavo” che peserà poco sugli utili ma avrà “un impatto importante sulle prospettive di editori e giornalisti”.