Lo sbarco del famoso brand cinese sul nostro mercato sarebbe dovuto avvenire nel 2018 e invece due modelli sono già nei negozi e nelle catene specializzati. A un costo maggiore dell’importazione
Probabilmente non otterrà lo stesso successo avuto in patria ma le strategie di business gioveranno di una tale apertura del mercato. Come annunciato in precedenza, il brand cinese di smartphone e tablet, Xiaomi, ha puntato l’Europa e in modo particolare l’Italia. Diffuse alcune indiscrezioni che volevano i dispositivi ufficiali da noi nei primi mesi del 2018, le tempistiche sono state bruciate, tanto che già oggi un paio di modelli hanno fatto la loro comparsa sugli scaffali digitali e nei negozi specializzati. Xiaomi Redmi 4x e Note 4 si possono oramai comprare tranquillamente sull’Amazon nostrano, con garanzia Italia, e da poco nelle catene Carrefour, Trony, Il Gigante ed Expert. Insomma, un ingresso in massa che in molti non si aspettavano.
Disponibilità limitata
Il problema, se così si può dire, è che non tutta la collezione di Xiaomi parla italiano. Ad oggi sono acquistabili solo i due smartphone citati sopra e non è chiaro quando i veri top di gamma arriveranno in Europa. La strada sembra molto simile a quella intrapresa oramai molto tempo fa da Huawei; un marchio già consolidato in Cina ma del tutto sconosciuto in Occidente. Il secondo produttore di smartphone al mondo dopo Samsung (e prima di Apple) ha adottato una strategia sapiente, proponendo telefonini posizionati nella fascia medio-bassa del mercato, così da costruirsi una fanbase importante, per poi alzare l’asticella, sia con la serie P che con la Mate. Non a caso Xiaomi ha nel suo portafoglio dispositivi anche da 600 dollari in madrepatria, che rischiano di debuttare in Italia con etichette simili a quelle dei flagship più conosciuti, per effetto di una tassazione che per ora rende l’acquisto locale meno conveniente di quello sui siti di importazione, seppur con evidenti problemi sulla validità della garanzia.