Donald Trump rilancia l’esplorazione spaziale: prima la Luna poi Marte

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Donald Trump ha firmato una direttiva che impone alla NASA di gestire il progetto di riportare l’uomo sulla Luna e da lì raggiungere Marte

All’inizio della sua presidenza sembrava che Donald Trump non avesse grande stima della NASA e i tagli al budget destinati all’agenzia spaziale per il 2018 avevano in parte confermato questa ipotesi. Al contrario del suo predecessore l’uomo di governo più seguito su Twitter non considerava raggiungere Marte una priorità. Oggi le cose sono radicalmente cambiate. Trump ha infatti firmato la direttiva “Space Policy Directive 1” per riportare gli Stati Uniti allo status di prima potenza mondiale nell’esplorazione spaziale.

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Il documento, come ha spiegato il portavoce della Casa Bianca Hogan Gidley, affida alla NASA il compito di “guidare un programma di esplorazione spaziale innovativo per far tornare gli astronauti americani sulla Luna ed eventualmente farli andare su Marte”. La data della firma non è casuale in quanto oggi si festeggia il 45esimo anniversario del primo allunaggio.

La “Space Policy Directive 1” ha continuato Gidley “cambierà la nostra politica sui viaggi umani nello spazio per aiutare l’America a diventare la forza trainante dell’industria spaziale, ottenere una nuova conoscenza del cosmo e sollecitare una tecnologia incredibile”. L’obiettivo di Trump è quello di ritornare al più presto sulla Luna non solo per un fatto di prestigio ma anche per la costruzione di basi permanenti e lo sviluppo di nuove tecnologie per la sicurezza della rete satellitare statunitense. “Gli astronauti americani non torneranno sulla Luna per lasciare orme e bandiere, ma per costruire le basi da cui partire verso Marte e oltre”, ha confermato il vice presidente USA, Mike Pence.

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Tornare sulla Luna consentirà a USA e Russia di costruire il primo spazioporto da cui sarà teoricamente possibile raggiungere Marte. Il progetto chiamato Deep Space Gateway verrà costruito nella zona tra la Terra e il nostro satellite. Le due superpotenze della Guerra Fredda non sono però gli unici attori dell’esplorazione spaziale. Oltre all’Agenzia Spaziale Europea (Esa) non bisogna dimenticare che l’India ha avviato il proprio programma mentre la Cina vuole costruire una stazione orbitante. Alle agenzie governative si affiancano quelle private come SpaceX di Elon Musk e Blue Origin di Jeff Bezos. La prima sta sperimentano nuovi veicoli sempre più potenti mentre la seconda vuole portare i turisti nello spazio entro 2 anni.