L’azienda con sede a Merate abbraccia un percorso di automazione e di integrazione dei processi produttivi in collaborazione con Altea Digital, il fronte di innovazione tecnologica e digitale di Altea Federation
di Luca de Piano
Fondata nel 1950 e specializzata nella progettazione e nella fornitura di profili speciali trafilati a freddo con sezioni a geometria complessa, Calvi affronta con successo le sfide di un mercato sempre più dinamico e competitivo grazie a un indiscusso orientamento all’innovazione. L’azienda è il fiore all’occhiello della capogruppo Calvi Holding, che consolida oggi 12 realtà imprenditoriali del comparto metallurgico e meccanico con un fatturato che si attesta intorno ai 350 milioni di euro e con oltre 1.500 dipendenti, 700 dei quali in Italia e il resto nei siti produttivi in Francia, Germania, Stati Uniti e Brasile. Calvi Holding è basata su due divisioni: quella principale – la metallurgica – si occupa di profilati speciali in acciaio e altri metalli duri, prodotti su specifiche dei clienti in particolare negli ambiti di meccanica avanzata, automotive, aeronautico e biomedicale. L’altra divisione – quella meccanica – è specializzata nella produzione di gruppi di sollevamento per carrelli elevatori, progettati e costruiti in outsourcing per gli OEM della logistica.
RIDEFINIRE I PROCESSI PRODUTTIVI
«Le esigenze dell’industria manifatturiera sono cambiate negli ultimi anni. Le aziende devono essere in grado di approcciare i clienti con la sicurezza di soddisfare le loro richieste sia in termini di prodotto che di servizio. Se un’impresa vuole restare competitiva sui mercati, l’automazione è una necessità per affinare qualità e performance delle attività produttive» – spiega a Data Manager, Riccardo Chini, presidente e CEO di Calvi. L’obiettivo è rendere le diverse fasi dei processi sempre più connesse tra di loro. Si tratta di un progetto, con una vera e propria logica di Industria 4.0, sviluppato in partnership con Altea Digital, system integrator per la digital transformation di Altea Federation, la cui offerta combina competenze in consulenza direzionale e organizzativa, servizi applicativi e tecnologici oltre che servizi d’innovazione digitale.
OBIETTIVI AMBIZIOSI
Il progetto è stato lanciato nel 2016, con la ricerca e la selezione del partner: «Abbiamo scelto Altea per supportarci nella digitalizzazione delle nostre attività produttive sia con un’infrastruttura IT sia con l’inserimento di sensori IoT» – spiega Chini, precisando che lo studio è tuttora in corso e che «di alcune attività stiamo già gestendo i dati, mettendoli in correlazione con tutte le fasi dei processi, mentre prevediamo di arrivare entro il prossimo anno o l’inizio del successivo a coprire tutte le aree aziendali come il marketing, il commerciale e i rapporti con i clienti». L’intento è alquanto ambizioso, ma i ritorni attesi saranno di sicuro interesse. «Desideriamo ridefinire tutte le nostre attività, al fine di beneficiare di importanti aspetti quali la tracciabilità delle fasi del ciclo produttivo, a partire dagli acquisti, che devono sempre essere monitorati nei minimi dettagli, data la delicatezza dei materiali richiesti e scelti dai clienti, per arrivare a rielaborare i dati direttamente dagli impianti, in modo da disporre di preziose informazioni per essere in grado di eliminare ogni tipo di errore in fase di esecuzione» – fa notare Chini.
SIGNIFICATO PIÙ AMPIO
Secondo Riccardo Chini, parlare di Industria 4.0 significa anche contribuire a salvaguardare il patrimonio tecnico e culturale che l’Italia, e anche l’Europa, detengono da tempo e che le ha portate a raggiungere posizioni di eccellenza nel panorama manifatturiero mondiale. «La digital transformation si spinge ben oltre l’innovazione tecnologica, in quanto coinvolge i processi produttivi e gestionali, la filosofia aziendale e il tessuto umano dell’impresa, generando nuove forme di lavoro e di professionalità in una prospettiva in cui è il cliente ad assumere un ruolo prioritario».