Una transazione su Bitcoin consuma più di una casa in una settimana

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Sarà pure la moneta che democratizza l’economia digitale ma è tutt’altro che ecologica: per minarla servono oltre 24 terawatt-ora di elettricità all’anno

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La moneta che piace agli smanettoni e un po’ meno agli ambientalisti. Secondo una stima di Digiconomist, tutti i miner di Bitcoin consumano, insieme, oltre 24 terawatt-ora di elettricità all’anno. Si tratta di una cifra che presa così vuol dire ben poco ma che se rapportata a qualcosa di più concreto rende l’idea di quanto la natura paghi per portare avanti i Bitcoin. Il consumo è quello speso dall’intera Nigeria in 12 mesi e quanto necessario a potenziare circa 2,25 milioni di case americane, al cui i report di riferisce. Scendendo nei dettagli, ogni transazione preleva 215 kilowatt-ora che, in proporzione, diventano poco più di 900 kilowatt-mese, ovvero il quantitativo di energia necessario a mantenere un’abitazione e i suoi elettrodomestici per una settimana. Questo per ogni, singolo, passaggio di mining.

Cosa succede

Effettivamente è ben oltre quanto si potesse pensare. Il motivo? La crescita del valore della moneta che, proprio per tale motivo, necessita ad alti livelli di una potenza maggiore per essere estratta dai complessi calcoli matematici che vi sono alla base. A conti fatti, il prezzo dei Bitcoin potrebbe essere direttamente proporzionale all’aumento del costo dell’elettricità, senza la quale è completamente insignificante, a differenza del soldo liquido già inserito nel circolo economico mondiale. La domanda è: nel mondo odierno, dove l’attenzione al consumo energetico e ai cambiamenti climatici è oramai parte integrante della quotidianità, c’è davvero spazio per una valuta del genere, talmente power-consuming? Nei procedimenti di mining non c’è ovviamente ottimizzazione, non sempre almeno, visto che i computer singoli degli utenti sono semplici macchine dedite a fare anche dell’altro. Un network di terminali potrebbe operare decisamente meglio ma a quel punto, centralizzare la produzione sarebbe come andare in contrasto con l’etica propria dei Bitcoin: quella della produzione self e destrutturata rispetto a organismi unici di gestione.

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