Si chiama Shelly l’Intelligenza Artificiale sviluppata dai ricercatori del MIT che sta progredendo nelle capacità di scrittura horror, come esperimento sociale
Se fino ad oggi i più scettici si sono chiesti in che modo i robot prenderanno il sopravvento sulla civiltà umana, c’è chi ha pensato di sdrammatizzare la situazione con Shelly. Si tratta di un progetto AI sviluppato dai ricercatori del MIT e che coinvolge i social network come base di apprendimento e ispirazione in un contesto letterario. Quello che fa Shelly è lanciare post su Twitter, di natura horror, come se stesse divulgando spezzoni di un ipotetico libro, a cui aggiungere parti coerenti con quanto gli iscritti alla piattaforma condividono, tramite l’hashtag #youturn. Tutto è partito grazie a un gruppo su Reddit, che ha dato l’idea ai ragazzi del Massachusetts Institute of Technology.
Di cosa si tratta
Al di là del progetto, è interessante fare un paio di considerazioni su come Shelley interpreti il mondo circostante sulla base di quello che scrivono i commentatori. Prima di tutto, qui il machine learning viene utilizzato in maniera decisamente differente da cià a cui siamo stati abituati, dimostrando come l’innovazione software-driven possa andare a fondo nei processi di creazione del prodotto culturale umano, supportando, difficilmente sostituendo, la creatività dell’uomo. Anzi, è bene ricordare come, al pari di tutto il contesto del machine learning, anche qui la risposta del computer arriva dopo l’input dei twettatori, che in pratica assolvono al ruolo degli ingegneri nei laboratori dedicati a lavori sull’AI.
Inoltre, Shelly non è così lontana da quello che fu Tay, l’algoritmo che Microsoft buttò nella mischia di Twitter qualche mese fa. In quel caso,una sorta di cyber-bullismo dialettico di massa trasformò un innocuo esperimento in un’intelligenza filo-nazista, causando una dismissione precoce del test. In questo caso, ponendosi come account letterario e poco basato su fatti concreti e ideologie umanizzate, Shelly può benissimo scrivere e postare ciò che vuole, seppur in linea con la storia che sta raccontando, in pratica il primo romanzo dello Stephen King in silicio.