Mercato degli indossabili: domina ancora Apple

Nel terzo trimestre dell’anno la situazione secondo Canalys non è cambiata: avanti c’è il Watch seguito a ruota da Xiaomi e Fitbit

Il mercato delle tecnologie indossabili è una piccolissima fetta del settore tecnologico di consumo. Non è mai esploso e difficilmente lo farà nel corso degli ultimi mesi, a fronte di prodotti che hanno l’opportunità di cogliere maggiormente l’attenzione dei consumatori, come quelli basati sulla realtà virtuale e aumentata. Si sa, la spesa è limitata e non ci si può portare a casa tutto quello che si vorrebbe, perciò si punta più su oggetti che hanno in sé un vero sentore di futuro che altri considerati una commodity o poco più. Eppure gli smartband, prettamente indicate per il fitness, tengono ancora botta, più di quanto fatto dagli orologini connessi, di cui davvero i più non sentono l’esigenza. Per l’ennesimo anno di fila, è l’Apple Watch a guidare la classifica dei wearable più venduti al mondo, quasi un paradosso se si leggono le righe precedenti, visto che si tratta comunque di un device tuttofare, ma una conferma considerando che la maggior parte delle persone lo usa come gadget sportivo.

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Una panoramica chiara

L’orologio della Mela dunque mangia ancora la fetta principale, con il 23% della torta, anche se è Xiaomi la vera sorpresa. Il brand cinese raggiunge il 21% con il suo indossabile molto popolare in Oriente, mercato di riferimento principale. Se pensiamo che nel 2018 il marchio arriverà anche in Europa, con smartphone e altri oggettini, è molto probabile un’ascesa globale considerevole, anche se nel vecchio continente non è semplice affermarsi tra i mostri sacri (Huawei c’è riuscita, dopo anni). In terza posizione si piazza Fitbit, risultato più che ottimo anche se in discesa rispetto ai trimestri precedenti. Molto staccati Huawei (6%) e Samsung (5%), nonostante sia quest’ultima la compagnia che più delle altre ha speso in campagne di marketing per promuovere l’ultima flotta di Gear S3 (Classic e Frontier), che forse pagano la presenza di un sistema operativo autoctono, Tizen, che soffre ancora un certo limite di offerta di app nei confronti di watchOS e, soprattutto, Android Wear.

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