Manipolazione online: almeno 18 votazioni pilotate nel corso degli anni

La denuncia arriva dal report Freedom on the Net che spiega come i governi stiano sfruttando sempre di più i social media per minare le scelte democratiche

La vicenda meglio conosciuta con il nome di Russiagate è solo l’apice di quanto messo in atto dai governi di tutto il mondo nel corso degli ultimi anni. Lo afferma l’organizzazione Freedom House, che ha prodotto il più recente Freedom of the Net, spiegando come ci siano almeno 18 votazioni pilotate dai governanti a livello globale nel recente passato, conseguenza di campagne di informazione indirizzate a influenzare le scelte democratiche dei cittadini. Teatro principale di tali strategie di comunicazione sono i social media, dove è molto più semplice diffondere messaggi a milioni di persone piuttosto che attraverso gli strumenti tradizionali, come radio e tv, decisamente più limitati sia per numero di utenti che localizzazione. Basta invece un banner in inglese, semplice e diretto, per raggiungere milioni di individui, e convincerli di un qualcosa che non è detto corrisponda alla verità ma che ha il potenziale per incanalare pensieri e decisioni verso precise direzioni.

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Cosa è successo

Stando al report dunque, la libertà di espressione e di voto è decisamente in pericolo soprattutto su piattaforme come Facebook e Twitter ma anche su concorrenti nazionali, molto più inclini a non rispettare regole universalmente condivise per lasciare spazio di manovra ai governi. Tra giugno del 2016 e maggio del 2017, Freedom House ha rilevato 18 votazioni manipolate, incluse quelle in India, Ucraina, Brasile e nell’Est del mondo: ovviamente Russia, Arabia Saudita, Iran, Cina e Pakistan. L’Italia, checché se ne pensi, è tra i paesi più liberi, insieme a Francia, Inghilterra, Germania, Ungheria, Argentina e Canada. Ci sono nazioni, tra cui gli Stati Uniti, che nonostante una certa trasparenza comunicativa, hanno subìto un calo nel punteggio di libertà informativa, oggi pare a 21 su 100, con il rischio che le interferenze estere possano causare un’influenza maggiore nei prossimi anni.

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