La moneta digitale è il tema scelto dall’Internet Exchange milanese per il suo tradizionale Salotto. Nelle sale del Teatro Elfo Puccini, il mondo delle reti aperte e interconnesse, incontra quello dei servizi finanziari
Sarà dedicata alle potenzialità business del denaro e del pagamento elettronico l’undicesima edizione del Salotto del MIX, l’annuale conversazione con cui l’Internet Exchange italiano punta ad arricchire anche sul piano culturale quello che è un fondamentale ruolo tecnologico: offrire agli operatori di rete un nodo di interconnessione neutrale che facilita enormemente il dialogo e la user experience della clientela, professionale e residenziale, di questi gestori. Il tema della moneta digitale, con tutte le sue implicazioni, può apparire sorprendente in un ambito un tempo strettamente legato alle cosiddette “Telco”. Lo è anche per il presidente e co-fondatore del MIX, Joy Marino, che non esita – pur appartenendo con pieno diritto alla ristretta cerchia dei padri della Internet italiana – ad ammettere la propria “ignoranza” in materia. «Non potevamo non affrontare la questione in una fase in cui banche e servizi finanziari, anche sull’onda della grande apertura regolamentare, diventano nostri clienti diretti» sottolinea Marino.
L’appuntamento è dunque al Teatro Elfo Puccini di Milano il prossimo 27 novembre, per un pomeriggio che si aprirà – ecco un’altra novità segnalata da Marino – con una ghiotta opportunità di networking tra i partecipanti. «Sarà organizzato come un vero e proprio spazio di incontro one-to-one, con tanto di tavolini numerati, spiega il presidente del MIX, e sarà seguito dal panel vero e proprio, da un aperitivo e dalla cena conclusiva».
È davvero un segno dei tempi assistere a un confronto diretto tra esperti di servizi finanziari e specialisti di interconnessione, un segmento in cui il MIX – che in apparati e ricerca investe due terzi del fatturato, attestato intorno ai 3 milioni di euro – offre da sempre un livello tecnologico di classe mondiale. Da un paio d’anni, come aveva anticipato Data Manager, il MIX è attivamente impegnato nel progetto Open Hub Med, il nodo di interconnessione palermitano che mira a diventare il collettore naturale per i 135 mila chilometri di cavi sottomarini che attualmente approdano in Sicilia. E ora sta guardando con estremo interesse, in Lombardia, all’imponente crescita dei data center attrezzati per accogliere le fabbriche dell’economia digitale. Marino cita gli esempi, tutti recentissimi, della francese Data4, con i suoi quattro data center modulari a Cornaredo; del debutto di un analogo operatore, questa volta americano, a Siziano con Supernap Italia; ma anche dell’italiana Aruba, che a Ponte San Pietro nel bergamasco ha appena inaugurato il suo progetto di riconversione dei 200 mila metri quadri occupati in passato da una fabbrica tessile.
«L’esigenza di “parlarsi”, di ottimizzare i flussi di dati in transito, che finora ha caratterizzato i nostri clienti storici, gli operatori, e oggi coinvolge i cosiddetti Over the top, fino ai nuovi provider di contenuti in streaming, si allarga anche al sistema finanziario, che deve interconnettersi a livello applicativo, ma anche sul layer fisico». Marino avverte che durante il Salotto 2017 interverrà pochissimo: la sua attenzione sarà concentrata sugli interventi di Carlo Maiocchi di Sia e Savino Damico di Intesa San Paolo, che insieme a Valentino Bravi di Tas Group, Stefano Andreani di OpenTech e Francesco Ricci di Bank-Notes animeranno la discussione guidata come sempre da Enrico Pagliarini, di Radio24 Il Sole 24 Ore.
Tutto il settore “fintech” è in pieno fermento proprio sul tema dei pagamenti, un territorio che l’avvento della direttiva PSD2 ha popolato di nuovi, a volte inattesi stakeholder. «Per rispondere alle future richieste oggi cominciamo a guardarci in faccia – conclude Marino. Noi non abbiamo nessuna intenzione di tradire il nostro mestiere, perché Internet, il nostro pane quotidiano, è fatto proprio per far parlare tutti con tutti». Un player come il MIX finora è rimasto fuori dai circuiti proprietari che servono il sistema dei pagamenti bancari. «Ma se il futuro di questi servizi parlerà anche IP, noi ci saremo».