L’inedita storia di passione e tecnologia tra il colosso tedesco della carne e la software house italiana specializzata nel Food. Intorno alle sue competenze la squadra guidata da Paola Pomi ha costruito un clima di fiducia che unisce come un ponte due culture manageriali diverse, ma capaci di apprendere reciprocamente
La lunga storia di relazioni tra italiani e tedeschi è costellata di episodi di infinito amore (vedi la reciproca stima per le rispettive culture musicali) e profondo, a volte più che motivato, sospetto. Nella sua ennesima storia di successo, Sinfo One, la società di soluzioni gestionali per il mondo manifatturiero – in particolare nel comparto del food processing, settore dove la software house parmense genera circa due terzi del fatturato – è riuscita in un inatteso exploit: affermare le proprie capacità di innovazione nell’articolato contesto di attività di Tönnies, gruppo tedesco leader nella macellazione e trattamento di carni suine e bovine. Un colosso anche su scala europea, con cui Sinfo One ha costruito un forte sodalizio tecnologico e consulenziale centrato sulla standardizzazione di una piattaforma di automazione dei processi che oggi viene estesa a una realtà cresciuta enormemente negli ultimi anni, sia per crescita interna sia per la progressiva, rapida acquisizione di impianti in nazioni come la Danimarca, la Polonia e la stessa Italia. Questa storia di copertina è il racconto di un ponte gettato tra due culture manageriali spesso considerate mutualmente incompatibili, una autostrada di software, sensori e device intelligenti che, secondo Paola Pomi, vicepresidente e direttore generale di Sinfo One, può funzionare proficuamente in entrambe le direzioni. A nord, il gruppo Tönnies sta realizzando gli obiettivi di consolidamento delle sue piattaforme gestionali, sapendo di poter contare sull’estro e la caparbietà dimostrata da Sinfo One nel problem solving.
A sud, farà sicuramente scuola l’esempio degli elevati livelli di automazione raggiungibili in una filiera ricca di casi di eccellenza, ma “affamata” di digital transformation. Lo scopo, in entrambi i casi, è portare un forte contributo di automazione intelligente nell’industria del trattamento alimentare, un settore che, specialmente in Italia, non deve rinunciare alle proprie dimensioni tradizionali e artigianali ma non può evitare di adeguarsi a una modalità di fare impresa profondamente permeata dalle nuove opportunità tecnologiche. Certi numeri possono risultare indigesti al buongustaio amante della materia prima allevata o coltivata “come una volta”, ma un fornitore come Tönnies – che del resto consegna salsicce, carni macellate e preparati di carne a tante aziende alimentari, come pure a un capillare sistema di piccoli negozi locali oltre che agli scaffali refrigerati della grande distribuzione organizzata (GDO) – deve adottare un approccio degno di una grande fabbrica.
UN GIGANTE AFFAMATO DI SOFTWARE
«Sono cifre che non hanno paragoni da noi e nel resto d’Europa» – racconta Paola Pomi a Data Manager. «Negli impianti del gruppo tedesco, vengono macellati ogni giorno sessantamila suini. In alcune plant, si misurano appena due secondi e mezzo tra l’ingresso dell’animale vivo e quello successivo». In media, viene macellato un maiale ogni 2,5 secondi. Con queste cifre, la responsabile di Sinfo One e i suoi collaboratori hanno dovuto confrontarsi, quando l’incontro con Tönnies in occasione di una fiera di settore ad Amsterdam fece incrociare i destini del colosso dell’alimentare e della piccola, in proporzione, software house italiana. Tutto comincia dal bisogno di software e di capacità consulenziale. «Da anni, il nostro Gruppo cresce costantemente e il fabbisogno di IT aumenta di conseguenza» – dice Christian Kreuter, che oltre a sedere nel board di Tönnies è responsabile di tutta l’information technology, dei servizi amministrativi e del personale. Sì, la nostra attività principale consiste nel macellare la carne, ma in azienda non esiste processo che non abbia del software dentro. Basti pensare alle regole che impongono la piena tracciabilità di ogni singolo animale, della sua origine, del suo stato di salute». L’equazione Tönnies uguale “macellazione su scala industriale” rappresenta in realtà una semplificazione rispetto a un Gruppo – continua Paola Pomi – che accanto alla produzione di carne macellata suina e bovina, vanta una linea di prodotti “convenience” pronti da cuocere, ma anche la più importante azienda di trasporti del fresco tedesca con relativa flotta di mezzi e hub logistici specializzati in ciclo del freddo (oltre alla carne di propria produzione vengono trasportati il pesce congelato di altri produttori e persino i fiori freschi coltivati in Olanda). Un ulteriore segmento è costituito da prodotti e sostanze derivate dalla carne. Inclusa, per esempio, l’eparina, un farmaco che serve a fluidificare il sangue e che viene molto utilizzato negli ospedali e nella cura dei pazienti anziani o costretti a lunghi periodi di immobilità. Non stupisce più di tanto, quindi, il richiamo di Kreuter alla fondamentale importanza di una soluzione gestionale efficace, completa sul piano funzionale e soprattutto sempre disponibile. Con 12.500 dipendenti tra impianti, uffici e logistica, il Gruppo ha un giro d’affari di 6,35 miliardi di euro e una presenza sempre più internazionale.
«Tönnies ha registrato una crescita costante nel tempo e oggi ha una quota di mercato davvero importante» – riconosce Kreuter. Finora, abbiamo fatto affidamento sulla piattaforma software che ci ha supportato bene in passato, ma il team IT interno è limitato e a parte i problemi di scalabilità del sistema non saremmo in grado di presidiare i nuovi stabilimenti che si sono aggiunti fuori dalla Germania». La decisione di migrare su una piattaforma nuova, unificata e centralizzata per tutte le “country”, è arrivata un paio d’anni fa. «Abbiamo fatto un’accurata selezione e alla fine eravamo orientati tra il gestionale Oracle JD Edwards e il sistema ERP di un grande vendor nostro connazionale». Sulle prime, le condizioni sembravano essere in favore del secondo che, secondo Kreuter, aveva addirittura dato la disponibilità a inviare un proprio team per un preventivo e un progetto di massima. «Ma la mia sensazione – osserva oggi Kreuter – era che la soluzione JD Edwards fosse molto più adatta alle nostre esigenze». Indipendentemente da tutto, rimane da spiegare perché la piccola Sinfo One, con 140 dipendenti, sia diventato partner tecnologico, per un progetto di tale portata, scavalcando addirittura la stessa filiale tedesca di Oracle, che ovviamente era pronta a mettere a disposizione i propri consulenti.
AMORE A PRIMA VISTA
«Tutto è nato dal caso» – osserva Kreuter divertito. «Mi trovavo ad Amsterdam in visita a un salone specializzato e in quella occasione ho incontrato Paola Pomi che ha cominciato a parlarmi dei suoi clienti italiani, invitandomi ad andarli a visitare». È stato, tecnologicamente parlando, un amore a prima vista e chissà, forse ha pesato, al di là delle competenze tecniche, anche la forte affinità elettiva di due aziende di dimensioni molto diverse ma unite dalla stessa passione per l’innovazione, il team working e lo sport: nel campionato di calcio tedesco, la Bundesliga, il CdA della squadra dello Schalke 04 è presieduto da Clemens Tönnies; mentre Sinfo One è legata alla pallavolo femminile con la squadra di Volleyball Casalmaggiore, che milita in serie A1. «Oltre alla competenza dimostrata nell’ambito dei sistemi ERP, che mi sembrava più indicato – ricorda il responsabile IT di Tönnies – ho avuto subito un’impressione molto positiva delle buone relazioni che Sinfo One aveva con queste aziende. Tutti erano molto preoccupati delle barriere, linguistiche e culturali, alle quali saremmo andati incontro. Ma dopo qualche incontro con Sinfo One e con gli stessi rappresentanti di Oracle in Germania, ho chiesto a Paola Pomi di partire da un proof of concept. È stata la decisione più giusta, a dispetto dei tanti pareri contrari». L’unicità della storia di collaborazione tra Sinfo One riguarda anche, come si era detto, questa partenza graduale, con una soluzione cresciuta organicamente, ogni volta con accurate fasi di sperimentazione e verifica. «Abbiamo cominciato dalla carne bovina» – riferisce Paola Pomi. «Con l’aiuto del team di Kreuter, abbiamo messo a punto un vero e proprio laboratorio di simulazione, un ufficio in cui abbiamo sistemato e interconnesso ogni singolo dispositivo di acquisizione e output di informazione, dalle pistole laser utilizzate per leggere le etichette sui veicoli e sul bestiame, alle stampanti per i barcode, dalle bilance ai sofisticati sensori in radiofrequenza ai terminali dei camion». Chi gusta una salsiccia o una bistecca acquistata dal macellaio non sospetta il livello di complessità della filiera della carne, la quantità di vincoli e regolamenti che governano ogni singolo passo e la difficoltà di assicurare un controllo omogeneo, perfettamente documentabile, di tutte le varie fasi e i parametri misurati di volta in volta. Dal punto di vista del sistema, spiega Paola Pomi, la piattaforma ERP ottimizzata da Sinfo One controlla ogni cosa, dal portone dello stabilimento che si apre all’arrivo dei camion che trasportano il bestiame, dall’istante in cui un capo viene ammesso – sempre attraverso un tornello azionato via software – al nastro di trasporto che porta alla macellazione, per arrivare ai tagli di carne disossati e pronti per la consegna al punto vendita.
LA FABBRICA DELLA CARNE
Solo per dare un’idea, in questa industria il prezzo del bestiame da riconoscere all’allevatore non viene calcolato ex ante e tra bovini e suini da macellare c’è una profonda differenza di valutazione: mentre i primi vengono acquistati da Tönnies e il valore d’acquisto è per singolo capo, i secondi sono valutati in base alla qualità complessiva di un intero carico consegnato in macello. «Con gli allevatori, vengono stipulati accordi– spiega Paola Pomi – ma lo stesso allevatore non ha idea del valore di un capo che dalla stalla viene avviato alla produzione. Una volta giunti a destinazione, gli animali sono sottoposti a una lunga serie di test, a macellazione avvenuta. Si esaminano il sangue e la materia grassa, in modo da determinare eventuali anomalie. Tutta questa mole di dati è caricata, spesso in automatico, nel sistema gestionale ed entra in una grande formula che fornisce il valore finale». Ogni singolo bovino da carne, per esempio, sarà accompagnato da una certificazione basata sul prezzo di listino concordato in precedenza, in aggiunta con tutti i “bonus” qualitativi o, viceversa, in sottrazione con le anomalie che determinano un valore inferiore. Questo complicato processo serve a ottenere il costo da corrispondere all’allevatore e il valore di mercato della produzione, in una sorta di bilancio continuo che riguarda ogni stabilimento del Gruppo. La stessa attenzione viene riposta in quelle che sono le fasi della lavorazione. Ogni capo viaggia con un proprio passaporto sanitario che permette di conoscere dove l’animale è nato, è stato allevato, chi lo ha trasportato, quali trattamenti ha ricevuto. Senza la presenza di questo passaporto gli animali non possono neppure scendere dal camion ed è il software messo a punto da Sinfo One che controlla tutte le fasi successive all’arrivo dell’animale. «Tutte le attività di accettazione e macellazione sono gestite dal sistema che in ogni istante sa che cosa procede sul nastro, fino a generare in tempo reale il conto economico relativo a ciascun capo». L’istantaneità dell’acquisizione e della elaborazione del dato, sottolinea Paola Pomi, non riguarda semplicemente l’efficienza complessiva e quindi la marginalità per Tönnies: nel caso della carne, la rapidità è legata direttamente alla qualità e alla sicurezza del prodotto che verrà consumato. «Da questo punto di vista il bovino da carne è un animale molto delicato e stressabile, è fondamentale far girare il ciclo dell’ingresso e della macellazione perché l’eventuale tensione avvertita da questi animali degraderebbe la qualità della loro carne. Entro un’ora dall’arrivo del camion, bisogna portare a termine la macellazione e il sistema gestionale deve supportare ritmi di lavoro molto serrati e pianificazione dei trasporti molto stringenti».
SQUADRE DI INTERVENTO
Il progetto al quale Sinfo One sta collaborando ha una dimensione geografica e temporale di tutto rispetto. «Nel giro di quattro anni – precisa Kreuter – il nuovo gestionale basato su JD Edwards andrà a sostituire completamente i precedenti sistemi in funzione nei nostri stabilimenti. Il Gruppo ha adottato una strategia IT “lean”, minimale, e punta a standardizzare le sue tecnologie a livello globale. Oggi, si contano non meno di otto, nove sistemi diversi ma dobbiamo diventare ancora più efficienti, in tutte le procedure». Data l’ampiezza e la diversità del lavoro, Kreuter ha preferito evitare i rischi di un unico complessivo roll-out, autorizzando Sinfo One a un approccio di tipo evolutivo. La fase di sperimentazione descritta da Paola Pomi è durata per circa sei mesi ed è stata seguita dal primo roll-out di un intero stabilimento, dedicato alla carne bovina. «Siamo partiti, costituendo una sorta di dream team focalizzato sul proof of concept» – racconta Paola Pomi. «Da questo team, cloneremo via via le squadre di lavoro che andranno a colonizzare gli altri impianti del Gruppo, come dei “coach” i membri del team originale stanno istruendo le nuove leve alle quali sono affidate le implementazioni, mentre i team leader continueranno a seguire l’evoluzione dell’aspetto funzionale». Se fino a questo punto, tutto è filato liscio – fa notare Paola Pomi – è anche merito dell’effettiva usabilità dell’applicazione preparata e della comprensione della situazione da parte della squadra. Ci sono infatti inevitabili differenze tra una soluzione messa a punto in condizioni di laboratorio e un sistema gestionale in situazione di piena operatività.
«Ci siamo accorti subito delle tante modifiche ergonomiche o a livello di interfaccia utente necessarie per rendere più agevole l’uso dei vari dispositivi di acquisizione dati. Compilare una fattura in ufficio e gestire un terminale o una pistola laser per misurare i parametri di un capo di bestiame su un nastro trasportatore non sono esattamente la stessa cosa». La parte di progetto che riguarda il trattamento della carne suina è stata già ultimata per quanto concerne il proof of concept e il primo stabilimento è già andato live con il nuovo sistema. Tönnies dispone di 6 macelli per bovini ai quali si aggiungono una decina di impianti per la lavorazione della carne suina. L’obiettivo finale, al completamento dei roll-out in Germania, è l’implementazione dei nuovi sistemi nel quartier generale di Rheda, in Renania-Westfalia, dove vengono gestite carni bovine e suine, e dove è in funzione la centrale di controllo dei servizi di logistica del freddo. A seconda delle esigenze, è possibile che Sinfo One sia chiamata a intervenire in altri stabilimenti all’estero, anche per ridurre le necessità di trasferta dei manager, dotandoli di strumenti IT omogenei e centralizzati. Il lavoro sul primo stabilimento in Polonia è già iniziato con le stesse modalità esecutive. «Il fattore di successo fondamentale è la nostra capacità di spiegare e motivare le procedure implementate, identificare le aree che possono garantire una maggiore flessibilità e quelle meno duttili, essere sempre ricettivi. Ci occorre un mandato pieno da parte del cliente e una grande attitudine alla comunicazione. Ma in Tönnies non è mai stato un problema. Anzi, se in un primo momento il committente aveva pensato di ricorrere a tecnici tedeschi per implementare il nostro prodotto, dopo poche settimane di lavoro, hanno voluto che ci occupassimo noi di tutto». In altre parole, il gigante europeo della carne ha affidato il suo ambizioso piano di trasformazione dell’IT a una soluzione basata su un sistema ERP non tedesco e sulle best practice gestionali messe a punto, in tanti anni di esperienza nell’industria alimentare e del fresco, da un solution provider italiano.
LEADER NELL’INDUSTRIA E NELLE TECNOLOGIE
«Quando sei un leader di queste dimensioni e cresci a certi ritmi» – interviene nuovamente Christian Kreuter, devi necessariamente essere un leader anche nelle tecnologie, in qualunque settore tu stia operando. Per quello che ci riguarda, non è solo questione di macellare bene la carne: facciamo migliaia di esami del sangue, monitoriamo lo stato di salute degli animali nelle stalle, studiamo minuziosamente le statistiche prodotte in tutte le fasi di lavorazione. L’IT di Tönnies da sola non potrebbe farcela. Abbiamo bisogno di un partner affidabile come Sinfo One e non potremmo essere più soddisfatti del lavoro che i suoi esperti stanno portando avanti». Nei prossimi quattro anni, il team di Paola Pomi sarà chiamato anche a intervenire negli impianti del Gruppo Tönnies che si occupano esclusivamente di würstel, salsicce e altri prodotti “convenience”, come le cotolette a marchio Tillman’s pronte da cuocere… nel tostapane. «Anche in questo caso, partiremo da una simulazione in laboratorio» – osserva Paola Pomi.
«Per prodotti CPG, ci sono diverse peculiarità da coprire, le variabili di cui tener conto sono molto più numerose sia in fase di lavorazione sia di distribuzione. Ma la grande sfida che ci ha fatto sperimentare Tönnies è quella di un mondo VUCA (Variable, Uncertain, Complex, Ambiguous): la leadership di progetto è portata avanti dai membri del progetto – io e Mr. Kreuter siamo solo di supporto ad un team “autonomo” nel definire il percorso che punta alla meta – le sfide del progetto cambiano di continuo e le strategie variano in modo fluido per tenerne conto. Il progetto cerca di creare nuove opportunità di mercato. La pianificazione viene modificata settimanalmente, il panorama applicativo è molto complesso, il team è volto a un ascolto attivo e a una proposizione volta non solo a risolvere problematiche tecniche ma anche a superare barriere culturali, politiche e di resistenza al cambiamento. Sappiamo qual è l’obiettivo finale, le strade per arrivarci – però – sono tutte da inventare. Questo, sia per il team che per i manager, è a volte frustrante, ma sfidante per la maggior parte del tempo. Le persone coinvolte esprimono grande spirito di appartenenza: appartenenza a una realtà che non è più la singola azienda dalla quale si riceve lo stipendio, ma che si concretizza nella sfida stessa e nel percorso che di giorno in giorno scopriamo e accettiamo come il migliore possibile. Fino alla scoperta di un percorso nuovo». Anche qui farà premio la grande esperienza accumulata da Sinfo One, impegnata sull’intero fronte dell’automazione nelle industrie del distributed manufacturing ma fortemente focalizzata sul Food e capace di generare all’estero quasi un terzo dei suoi fatturati. Nel segmento di produzione, lavorazione e commercializzazione carni, Tönnies non è il solo grande nome conquistato dalla qualità delle soluzioni Made in Parma.
«Sommando i suoi fatturati a quelli del gruppo Cremonini, diventato nostro cliente contemporaneamente a Tönnies, il software Sinfo One supporta un sistema produttivo del settore carni che vale dieci miliardi di euro» – stima Paola Pomi, che non nasconde la soddisfazione per il successo ottenuto dalla sua squadra, capace di conquistare l’incondizionata fiducia del cliente anche in un ambiente severo e, scherza lei, «anche molto maschilista»! «In questo – aggiunge – bisogna riconoscere la grande disponibilità di Christian Kreuter, un general manager atipico, disposto a condividere e discutere tutte le sue idee, a farsi coinvolgere in prima persona. Forse, senza di lui non sarebbe stato possibile convincere un’azienda tedesca ad adottare una soluzione software nata negli Stati Uniti, ottimizzata dagli italiani e coordinata da una donna».
IOT E PLM, OPPORTUNITÀ 4.0
Il felice andamento del progetto che Sinfo One sta portando a termine in Germania e in Europa – mette in evidenza Paola Pomi – non deve indurre ad abbassare la guardia sui temi che più interessano i clienti di un fornitore di soluzioni tecnologiche visionario ma pragmatico, capace di ottenere una crescita superiore alla soglia del sette per cento prevista per l’esercizio 2017. «Il tema che ci ha stimolato e portato avanti in questi dodici mesi è sicuramente quello della Industry 4.0, un argomento ormai al centro della nostra azione e dei tanti eventi dimostrativi e workshop realizzati in Italia e all’estero». Nel caso Tönnies, è possibile ritrovare tutti gli elementi costitutivi di questo approccio, dai sensori della Internet of Things, come i sonar che l’azienda tedesca impiega per valutare a distanza la qualità del bestiame acquistato, alle informazioni Big Data che aiutano a pianificare meglio la produzione e la vendita.
Un altro tema forte è il product lifecycle management (PLM), la capacità di integrare aspetti “di processo” e informativi all’interno di una fabbrica, per aumentare produttività e capacità di competere in un contesto nazionale e internazionale sempre più pressante. Sono questi, conclude Paola Pomi, gli argomenti che Sinfo One porta avanti al suo interno, sviluppando i suoi prodotti e la sua expertise nell’ottica della digital transformation di un intero comparto manifatturiero, ma soprattutto cercando di promuovere questa cultura all’esterno, con la clientela già acquisita e con i prospect, attraverso una instancabile attività di divulgazione e formazione, collaborando da vicino con due istituzioni universitarie, il corso in Scienze e tecnologie alimentari dell’Università Cattolica di Cremona e l’ateneo di Parma. «Nei nostri incontri, cerchiamo sempre di essere molto chiari, di parlare direttamente al management delle aziende, partendo dalla concreta applicabilità di concetti che altrimenti apparirebbero fumosi» – spiega Paola Pomi. «Il messaggio che devono recepire è che il futuro di una filiera importante come quella agroalimentare sarà più o meno roseo in funzione del grado della sua efficacia. E la tecnologia oggi rappresenta una leva senza la quale nessuno può andare avanti, ma su cui abbiamo accumulato molti ritardi come italiani». Nei suoi seminari Sinfo One affronta anche l’aspetto pratico degli incentivi governativi, che sono positivi ma impongono tempi di decisione e intervento molto serrati. I ponti che potrebbero portare la tradizione e la qualità italiane sulla sponda tedesca dell’efficienza e della competitività sono stati gettati, non resta che percorrerli.
Foto di Gabriele Sandrini